Meglio da regista o da mezz’ala?
«Se gioco a due accanto a Prati devo tenere più la zona, mentre a tre posso avere maggiore libertà di movimento e in questa situazione mi sento più a mio agio».
I tifosi rivedranno anche il Makoumbou “cattivo” di dicembre?
«Quelle due espulsioni sono state davvero tremende soprattutto perché vicine tra loro. Ma non sono stati falli cattivi. Io resto un buono però ho provato tanta delusione, per aver lasciato la squadra in dieci. Un’amarezza molto simile a quella provata quando ho causato il rigore che ha permesso al Bari, l’anno scorso, di pareggiare».
Cosa le riserverà il futuro ora che ha dimostrato di poter stare in A da protagonista?
«Non so ancora cosa accadrà perché questo nessuno lo può sapere. Ma so per certo che farò del mio meglio per ottenere il massimo dalle mie capacità. Devo ancora lavorare e crescere tanto».
Si sente uno degli uomini mercato del Cagliari?
«Al massimo mi sento un giocatore importante perché è il mister che mi da questo valore e mi ha permesso di cambiare il mio status dallo scorso anno a questo. Per quanto riguarda il mercato, io ho ancora un contratto con il Cagliari e in Sardegna sto bene per la gente e per il clima. Mi piace tutto, anche della cucina sarda, ma i nomi di alcuni piatti continuano a sfuggirmi».
Cosa ammira di Ranieri?
«La sua calma. La capacità di saper essere un papà per tutti».
Un altro sogno da realizzare e ancora custodito nel suo cassetto?
«Restare in serie A con il Cagliari è il primo obiettivo. E mi piacerebbe aiutare la squadra con grandi giocate e con qualche assist, magari anche per il mio amico Luvumbo».