Inzaghi-Inter, tra retroscena e futuro

Il gruppo, la consapevolezza maturata contro il City, il mercato e presto anche il nuovo contratto
Inzaghi-Inter, tra retroscena e futuro© Inter via Getty Images
Ettore Intorcia
5 min

INVIATO A ISTANBUL - Tutti fermi, c’è Big Rom sullo schermo. All’aeroporto di Istanbul alle 10 del mattino è già il delirio, dopo una notte insonne che ha paralizzato la megalopoli turca. Gli ultimi tifosi nerazzurri, arrivati da ogni parte d’Italia, si mescolano agli inglesi che indossano la maglia del City o la t-shirt celebrativa della Champions. Poi il corteo diretto al blocco F, da dove si decolla per Roma e Milano, si pietrifica davanti al maxischermo di un bar dove scorrono gli highlights della finale: si vede Lukaku respingere il secondo tentativo di Dimarco e poi sprecare di testa, da due passi, la più nitida palla gol per volare ai supplementari. In quei pochi secondi c’è tutta la storia di City-Inter, c’è il tormento del popolo nerazzurro. Una debacle totale contro Guardiola, quella che tutti pronosticavano, paradossalmente sarebbe stata più facile da metabolizzare. Per tutti: per i tifosi, per i calciatori. Questo rimpianto invece resterà nella testa a lungo, è il prezzo da pagare per aver guardato negli occhi i migliori senza mai abbassare lo sguardo. «Non avrei mai immaginato di vedere il City soffrire così», racconta Alessandro Nesta chiacchierando in coda al gate prima di salire sul volo che riporta a casa anche il presidente federale Gravina e quello della Lega Serie A, Casini. 

Simone Inzaghi, intanto, era già tornato a Milano all’alba, intorno alle 5.30, incrociandosi in aeroporto con tanti tifosi reduci dalla trasferta in Turchia. Chissà quante volte durante il viaggio avrà rivisto quelle immagini, chissà quante volte le rivedrà prima di tuffarsi nella nuova stagione. Per ora si è preso due-tre giorni di riposo per ricaricare le batterie, poi in settimana incontrerà i dirigenti nerazzurri per iniziare a pianificare il 2023-24. Si parlerà di strategie a tutti i livelli, dal mercato fino alle questioni di routine in vista della tournée in Giappone (12 luglio). E sì, si inizierà a parlare anche del prolungamento del contratto oltre il 2024. 

Inter e Inzaghi: retroscena e futuro

Si riparte da Inzaghi. Ma Simone da cosa riparte? «Abbiamo dimostrato di poterci giocare questa competizione, la squadra ha acquisito una mentalità europea», ha spiegato a fine partita il tecnico, facendo iniziare la lunga marcia dell’Inter da quella vittoria a Liverpool della scorsa stagione che non bastò per andare ai quarti ma che certo diede a questo gruppo maggiore consapevolezza. «Se sono diventato un allenatore internazionale lo dirà il tempo», ha aggiunto. Ripartirà da un’idea di gruppo - «non li cambierei con nessuno e il mondo ha capito perché» ha detto dopo la partita - che è tutta sintetizzata nelle parole di Dumfries: «Si vince insieme, si perde insieme». O da quelle di Barella: «C’è lo spogliatoio fatto di uomini che hanno lavorato al massimo per riportare l’Inter dove merita». Resta, come dice Lautaro, l’orgoglio «per aver messo in difficoltà la squadra più forte del mondo». 

Riprovarci in Europa? «Sappiamo che sarà un percorso difficilissimo, però...», dice Simone. Però senza provarci l’Inter non avrà mai altre risposte dopo quelle dell’Ataturk. Stregata dalla Champions ma ora chiamata a tornare protagonista in campionato, la seconda stella sul petto come punto di riferimento per costruire la nuova stagione. Dopo averlo buttato un anno fa, dopo non essere mai stata in corsa quest’anno (pur essendo stata la prima a battere il Napoli in campionato), l’Inter deve tornare a competere per il titolo, provando a sfruttare cosa avviene altrove. Il Milan che ha appena rivoluzionato l’area tecnica, la Juve che ha i suoi problemi, persino il Napoli che difenderà lo scudetto con un altro allenatore. La seconda stella, in definitiva, per superare la dicotomia campionato-coppe, lunga distanza-torneo breve. 

Le idee di Simone andrebbero supportate con un mercato adeguato alle aspettative dei tifosi e coerente con il percorso di crescita (anche dei ricavi) che l’Inter ha fatto in Champions. Le aspettative sono un conto, la realtà dei vincoli Uefa da rispettare un altro: limitarsi a un solo sacrificio nella sessione estiva che sta per partire sarebbe già un buon punto di partenza. 


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