TORINO - Era iniziata come l'estate del Pogback, quello in salsa bianconera. Un remake della versione deludente sotto ogni punto di vista trasmessa dalle parti di Manchester, sponda United: sei stagioni senza particolari squilli e tanti problemi, terminate con l'addio non senza polemiche e un nuovo ritorno al passato. L'11 luglio veniva annunciato l'ingaggio di Paul Pogba da parte della Juventus, un contratto da 8 milioni netti più 2 di bonus con scadenza fissata al 30 giugno 2026 e un ruolo da protagonista assoluto dentro e fuori dal campo. Solo che fin qui, Pogba, ha svolto il suo compito solo in qualità di uomo immagine. Per il resto, i primi sei mesi in bianconero stan scivolando via con zero minuti disputati e tanti problemi: una sola amichevole, l'infortunio, la decisione della terapia conservativa, l'intervento chirurgico in colpevole ritardo, una riabilitazione che ha bisogno di più tempo del previsto perché quel ginocchio destro così com'è proprio non va. Sullo sfondo i guai personali e la vicenda giudiziaria che lo vede vittima di tentata estorsione tra gli altri del fratello Mathias. Ma anche quel Mondiale comunque inseguito e poi sfumato, inevitabilmente.
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Pogback
Voleva la Juve e la Juve voleva lui. Tutti convinti che insieme sarebbero tornati a vincere e convincere. Il popolo bianconero pure ne era convinto, aveva accolto Pogba come i più grandi, la folla accorsa fuori dal J Medical nel giorno delle visite mediche e della firma era un chiaro segnale poi enfatizzato dall'immenso bar sport rappresentato dai social. In molti avevano dubbi però, quello storico infortuni non prometteva nulla di buono: ultima partita disputata lo scorso 19 aprile contro il Liverpool, il problema muscolare al polpaccio è stato solo quello conclusivo dei sei anni con il Manchester United che lo hanno visto saltare la bellezza di 100 partite a causa di 13 differenti problemi fisici. Non a caso, dopo l'entusiasmo iniziale, è subito arrivato il momento dello stop. E delle polemiche.
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Zero minuti e tanti problemi
Ingaggio ufficiale l'11 luglio, poi i primi allenamenti e la partenza per la tournée negli Stati Uniti. L'amichevole col Guadalajara accende i sogni dei tifosi, ma resta anche l'unica occasione per vederlo in campo. Perché il 26 luglio si ferma in allenamento: impietoso il verdetto, lesione al menisco laterale del ginocchio destro. Bisognerebbe operare, Pogba non vuole, si fa consigliare da medici e amici fidati (compreso l'ormai famoso marabutto), prende tempo e alla fine concorda con lo staff bianconero un percorso di terapia conservativa dopo l'ultimo consulto con il luminare Bernard Sonnery-Cottet: decisione presa il 2 agosto, si studia un percorso di cinque settimane. Ma il ginocchio non risponde adeguatamente, bastano due allenamenti in campo per l'inversione di rotta: il 5 settembre Pogba viene operato, previste otto settimane per il ritorno, il 18 ottobre torna parzialmente in gruppo ma il ginocchio ha bisogno di più tempo, Max Allegri dal canto suo ha sempre parlato di 2023 per rivederlo al meglio. Anzi, proprio per rivederlo. Perché per ora, l'operazione Pogback ha portato a tanti scatti pubblicitari, zero minuti giocati e una quantità infinita di polemiche.