La ricetta di Allegri per la nuova Juve: gol, cambi e difesa super

I bianconeri restano incollati a Inter e Milan: così il tecnico bianconero sta plasmando una squadra moderna
Filippo Bonsignore
5 min

TORINO - Inter e Milan volano, la Juve resta incollata e prova a non farle scappare. La Signora è di nuovo lassù, al vertice, dove da tempo non risiedeva più per demeriti propri. Si ritorna alla normalità, insomma, a piccoli passi ma significativi in attesa di tornare a pensare in grande. La parola scudetto alla Continassa non viene pronunciata; almeno per il momento si lascia l’incombenza ad altri puntando il mirino sulla qualificazione alla prossima Champions League. Se le indicazioni e le sensazioni trasmesse dalle prime tre giornate, però, saranno confermate sul lungo periodo, nulla vieta ai bianconeri di ragionare anche sul traguardo più grande, anche perché, a differenza delle concorrenti, potranno dedicare tutte le energie al campionato.

La nuova Juve di Allegri

La strada tracciata, infatti, promette e pazienza se il mercato non è stato caratterizzato dai fuochi d’artificio. La rosa è stata ringiovanita tendendo d’occhio la sostenibilità dei conti e Massimiliano Allegri ha intrapreso una nuova strada e sta plasmando una Juve moderna, veloce, intensa, verticale, aggressiva. C’è la mano del tecnico, insomma, in questa inversione di tendenza rispetto al recente passato che si è vista soprattutto con l’Udinese e un po’ meno con Bologna (soprattutto) ed Empoli. Una chiave della nuova corsa bianconera si trova in attacco e nel tandem Chiesa-Vlahovic: 4 gol su 6 portano la loro firma, sembrava una coppia che dovesse scoppiare a causa del mercato e invece sono diventati l’architrave di ogni ragionamento futuro. L’azzurro, in particolare, sta tornando a grandi passi il giocatore decisivo ammirato prima all’Europeo e poi fi no al gravissimo infortunio. Federico sta ritrovando continuità di impiego, di condizione fi sica e di rendimento. Notizia migliore non ci poteva essere per il mondo bianconero, unita all’evidenza che la coppia con Dusan inizia a funzionare. Saranno loro la base di tutto, con Milik e Kean pronti a portare variazioni sul tema.

Da Milik a Kean: tutti i cambi a disposizione

Ecco, Arek e Moise introducono un altro tema da non trascurare: i cambi che, negli auspici di Allegri, devono fare la differenza. La rosa, pur razionalizzata, ha una varietà tale da consentire di incidere sul corso della partita. Il tecnico ha sottolineato che la Juve «deve correre»: ritmi alti, quindi, che le sostituzioni devono contribuire a mantenere, fornendo anche soluzioni alternative. Entrando dalla panchina, ad esempio, Iling-Junior ha offerto a Vlahovic l’assist del pari con il Bologna; Milik a Empoli ha mandato in porta Chiesa per il raddoppio e ha colto una traversa, così come Kean un palo.

I numeri della difesa

Altro capitolo, la difesa. I successi si costruiscono anche subendo meno degli altri e Max in questo è un professore. Il primo assaggio di campionato ha detto che la retroguardia bianconera sta tornando quella di un tempo: due clean sheets in tre partite sono un bel biglietto da visita per iniziare la marcia della rinascita, cui bisogna aggiungere il gol subito contro il Bologna. Per trovare una statistica migliore bisogna tornare al 2014-15, alla prima stagione del primo ciclo di Allegri. Era l’epoca di Barzagli-Bonucci-Chiellini e di una Juve dominante; adesso il terzetto arretrato poggia sulla leadership di Danilo, sulla fisicità di Bremer più uno tra Gatti e Alex Sandro (quest’ultimo con un rendimento non sempre in linea con le attese) ma anche sull’affidabilità di Szczesny e Perin, una coppia di portieri di lusso per una squadra orfana del palcoscenico europeo. Prove di nuovo muro, insomma. Certo, con i facili entusiasmi bisogna andarci piano: finora la Juve ha avuto un calendario morbido. La Lazio sarà il primo snodo significativo che darà risposte.


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