Juve, Pogba impegnato su due fronti: altri test e tribunale

Chieste le controanalisi: fissate per mercoledì. E oggi il francese è in aula al processo del fratello Mathias
Filippo Bonsignore
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Pogba ha scelto: effettuerà le controanalisi. La richiesta è arrivata ieri, ultimo giorno utile dei tre a disposizione, a Nado Italia, l’organizzazione nazionale antidoping. Nuovi test mercoledì 20 settembre: si tratterà del secondo esame del campione di urine che, a una prima lettura, ha fatto emergere la positività al testosterone dopo la prima di campionato del 20 agosto scorso, in cui la Juventus aveva giocato in casa dell’Udinese e il francese era rimasto tutta la gara in panchina. I risultati potranno confermare il primo responso o ribaltarlo, eventualità quest’ultima molto improbabile stando alla casistica. In caso di conferma della positività la Procura Nazionale Antidoping aprirà l’istruttoria che prevede tre possibili scenari, l’archiviazione, il patteggiamento o il deferimento, anticamera quest’ultima del processo davanti al Tribunale Nazionale Antidoping. 

Pogba, la linea difensiva

Pogba stavolta dovrà giocare in difesa e provare a dimostrare di aver agito senza intenzionalità. Dovrà convincere i giudici, cioè, di aver assunto l’integratore incriminato, che sarebbe la causa della positività, senza essere consapevole di ciò che contenesse e del fatto che il prodotto, acquistato negli Stati Uniti, fosse proibito in base alla normativa antidoping italiana. Paul, agendo in autonomia e facendosi consigliare da specialisti di propria fiducia senza invece informare la Juventus, può aver commesso una leggerezza. Resterebbe comunque il comportamento superficiale da parte di un campione della sua caratura. L’obiettivo adesso è quello di limitare le conseguenze: nel caso venisse accertata l’intenzionalità del calciatore, il rischio massimo è di una squalifica di 4 anni, che di fatto sarebbe la pietra tombale sulla sua carriera. Si potrebbe scendere a tre anni, in caso di «tempestiva ammissione», comunque pesantissimi in ottica futura. Dimostrando l’assenza di intenzionalità, invece, si potrebbe arrivare a dimezzare la pena a 2 anni, così come, in caso di attenuanti o di un patteggiamento, si potrebbe anche scendere a un anno. I risultati delle controanalisi si rifletteranno anche sulla posizione contrattuale del calciatore. In caso di conferma del primo esito e di una squalifica con una sentenza definitiva, la Juve potrebbe decidere non solo di interrompere il pagamento dello stipendio ma anche di risolvere il contratto. Pogba è legato alla Signora fino al 2026 con un ingaggio di 8 milioni più 2 di bonus: al lordo, si tradurrebbe in un risparmio di circa 30 milioni per il club.

Pogba in tribunale

Accanto alla vicenda doping, un’altra altrettanto dolorosa riguarda la tentata estorsione e il sequestro che Paul avrebbe subito da parte di suo fratello Mathias e di altre persone. Un affaire di famiglia che ha segnato profondamente il numero 10 juventino che, nell’ultima intervista concessa ad Al Jazeera pochi giorni fa aveva sottolineato come «il denaro cambia le persone e può distruggere una famiglia, può creare una guerra». Oggi a Parigi è fissata la prima udienza del processo in cui Mathias è accusato di associazione a delinquere e tentata estorsione nei confronti del centrocampista e Pogba è atteso in aula. 


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