L’eredità di Allegri: la cifra mostruosa che lascia alla Juve

Dopo l’anno  di purgatorio, la Signora  tornerà  in grande stile grazie al tesoretto conquistato dal tecnico e dalla squadra
Giorgio Marota
4 min

Al gol di Milik contro la Lazio ogni tifoso della Juve dev’essersi sentito come Dante nella Divina Commedia, «puro e disposto a salire a le stelle» dopo aver scalato la montagna del purgatorio per avvicinarsi al paradiso. Quella rete non ha soltanto garantito il salvacondotto verso la finale di Coppa Italia del 15 maggio, riducendo a 90 o al massimo 120 minuti la distanza da un qualsiasi trofeo che manca da tre anni, ma ha pure permesso alla Signora di qualificarsi per la prossima Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, con evidenti risvolti positivi in termini di sponsorizzazioni, marketing e merchandising nel mercato più in espansione del pianeta. E così la prossima stagione sarà diversa da questa, diciamo più “standard” per i parametri di un club che pur continuando a lanciare i giovani per perseguire gli obiettivi di sostenibilità dovrà necessariamente tornare a competere su ogni palcoscenico.  

Allegri e l'eredità per la Juve  

Allegri, sempre più lontano dalla Juventus e dal suo futuro, potrebbe lasciare in eredità 120 milioni di euro grazie ai traguardi raggiunti in questa stagione: un tesoro preziosissimo in tempi di magra e casse vuote. Nonostante le critiche talvolta feroci, Max sta infatti per centrare l’obiettivo Champions (quello che gli chiedeva il club) che porterà in dote 30 milioni senza considerare tutte le voci relative ai ricavi che schizzeranno verso l’alto grazie all’Europa più ricca, è andato oltre l’asticella posta da Agnelli prima e da Scanavino poi dei tre Under 23 promossi in prima squadra ogni stagione (è alla media di 5 NextGen lanciati l’anno), ha arricchito il bilancio con i 50 milioni per l’ingresso nel Mondiale grazie ai risultati dei due anni precedenti a questo e, come bonus, può aggiungere una coccarda tricolore che vale dai 5 agli 8 milioni a seconda del risultato della finale, da 2 a 8 milioni di cachet per la final four araba e altri 17 per il 3° posto in classifica in campionato, cifra da incrementare coi proventi dei diritti tv (nel 2022-23 la Signora incassò 78 milioni). Siamo sui 120 milioni circa. E battendo il Milan domenica sera il secondo posto - 20 milioni - si riavvicinerebbe... 

Le cinque coppe   

Più onori significherà ovviamente maggiori oneri. La squalifica Uefa di quest’anno ha obbligato la Juve a giocare solamente due competizioni (campionato e coppa), mentre nel 2024-25 dovrà affrontarne addirittura cinque: campionato, coppa, Supercoppa, Champions (senza la tradizionale sosta di gennaio) e Mondiale all’inizio dell’estate. Per la gioia delle paytv la Juve sarà in campo ogni tre o quattro giorni e anche il dt Giuntoli, al quale Elkann ha affidato ufficialmente il futuro, sa che questa rosa non può bastare per districarsi su più impegni e di livello superiore. La prossima sarà infatti l’annata calcistica più lunga di sempre, di dodici mesi anziché dieci; partirà dagli Europei e dalla Coppa America che coinvolgeranno una parte sostanziosa della rosa già questa estate - di sicuro Szczesny, Bremer, Danilo, Cambiaso, Locatelli, Rabiot, Kostic, Vlahovic, Chiesa, Yildiz e Milik - e culminerà nella rassegna iridata per club con fischio d’inizio il 15 giugno 2025. Restando alle sole gare con il club, i calciatori passerebbero dall’attuale limite massimo di 43 partite a un minimo garantito di 51 se i bianconeri dovessero uscire subito da tutti i tornei ai quali si sono qualificati.   


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