La Juve di Thiago Motta: come giocherà e quali giocatori gli servono

A Torino sarebbe rivoluzione tattica, servono però acquisti funzionali come Koopmeiners e Calafiori: tutti i dettagli
Giorgio Marota
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Quello di Thiago Motta è un «gioco di connessioni» e «di dominio». Così lo definiscono gli esperti di match analyst, studiando il modo in cui occupa il campo il Bologna e la fitta rete di passaggi che articola quando si trova in fase di possesso. Non si è mai trattato però di un tiki-taka sterile, e neppure di una ragnatela fine a sé stessa: i rossoblù infatti spiccano nella capacità di ribaltare il gioco, tagliando il campo con gli esterni offensivi, e nel “gioco diretto”, cioè lo sfondamento in zona centrale. Da un punto di vista difensivo è invece la squadra che duella maggiormente insieme all’Atalanta, è quella che subisce meno expected goals (il dato che misura la probabilità di un tiro di diventare gol) e anche il pressing alto è decisamente sopra la media delle 20 di Serie A. Tutto questo emerge, in particolare, dallo studio di Cube, la piattaforma ungherese di interpretazione dei dati calcistici sviluppata dalla società xfb Analytics. E ci dà le prime indicazioni sul metodo Motta e la sua applicabilità alla Continassa.

La Juve di Thiago Motta: i giocatori

Tutto questo è adattabile a una Juve che ha costruito fisiologicamente le proprie certezze nella capacità di giocare coi reparti corti in un fazzoletto di campo, nel sacrificio delle punte, nelle marcature preventive e preferendo che a gestire il pallone fossero gli avversari? Allegri ha fatto di necessità virtù non possedendo un centrocampo dinamico, avendo poca rapidità ma tanti muscoli nel terzetto difensivo e avendo a disposizione un centravanti d’area come Vlahovic anziché mobile e tutto-campo in stile Zirkzee. Insomma, i concetti saranno pure trasferibili a costo zero ma i calciatori vanno pagati. Se dovesse sposare il progetto Juve, comunque, Motta ripartirebbe dal 4-3-3; chiedendo a Cambiaso di tornare a fare il terzino (anziché l’esterno) emulando le scorribande di Posch e abbinando al marcatore purissimo Bremer (clausola permettendo) un centrale più rapido e d’impostazione in stile Calafiori. Magari proprio “Ruspa”, come ormai lo chiamano anche a Bologna. Con l’uscita già certa di Alex Sandro e le difficoltà difensive di Kostic e Iling-Junior, poi, il mercato dovrà consegnargli un vero terzino sinistro. Il dinamismo a centrocampo potrebbe darlo Koopmeiners, non a caso in cima alla lista dei desideri di Giuntoli e pure di Motta, che in lui rivede un Ferguson al quadrato. In attacco Soulé potrebbe anche rientrare alla base per restare: «Matias sta facendo una grande stagione, non solo per i gol - ha detto di recente Motta - Secondo me è un giocatore completo che può stare in una big». Con Chiesa da far rinnovare (scadenza 2025) e Yildiz già blindato, il reparto avrebbe bisogno giusto di un altro esterno per completare le coppie. La SuperChampions e il Mondiale impongono rotazioni e turnover. Questo non sarà un problema: al Bologna Thiago ha fatto giocare tutti e tanto al punto che solo Bonifazi, Corazza, Pyyhtiä, Castro, Karlsson e van Hooijdonk risultano sotto i 400’ di impiego.


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