Lazio, il caso Maresca: avrebbe ammesso di aver “perso” un fallo

Nei colloqui con staff tecnico e giocatori emergerebbe l’errore di non aver sanzionato Fabbian per l’intervento su Immobile
Lazio, il caso Maresca: avrebbe ammesso di aver “perso” un fallo© ANSA
Fabrizio Patania
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ROMA - I provvedimenti del giudice sportivo, attesi oggi pomeriggio, chiuderanno la coda velenosa di Lazio-Bologna. Conteranno il referto stilato all’Olimpico dall’arbitro Fabio Maresca e il parere dei rappresentanti della Procura in relazione all’incontro ravvicinato nel sottopassaggio durante l’intervallo. I dirigenti della società biancoceleste sarebbero già stati “avvisati”: si aspettano lunghe squalifiche il diesse Angelo Fabiani, sceso in campo dalla tribuna Monte Mario alla fine del primo tempo e sanzionabile perché il suo nome non era segnalato in distinta (per regolamento non avrebbe potuto raggiungere il rettangolo di gioco) e Alberto Bianchi, club manager della prima squadra, che segue le partite dalla panchina e avrebbe protestato in maniera vibrante nei confronti dell’arbitro. La squadra si sarebbe tenuta distante da polemiche e tensioni, non dovrebbero esserci sanzioni nei confronti dei giocatori e di Sarri.

Lazio, le accuse a Maresca

Anche il tecnico della Lazio alla fine del primo tempo avrebbe chiesto, senza alzare i toni, spiegazioni a Maresca. L’episodio chiave risale al 34’ del primo tempo: Fabbian, già ammonito, pesta il piede di Immobile al limite dell’area. L’arbitro è vicinissimo all’azione, non interviene e non ferma l’azione. Per la Lazio il fallo di gioco avrebbe comportato, oltre alla punizione, un altro cartellino giallo e la conseguente espulsione del centrocampista del Bologna. Ci sono sei o sette episodi, riassunti da una clip lunga 2 minuti e 16 secondi, con le contestazioni mosse dalla Lazio all’arbitro di Napoli, lo stesso del precedente di metà settembre con la Juve (azione irregolare del primo gol di Vlahovic con la palla ripresa da McKennie oltre la linea laterale). Certe decisioni e l’atteggiamento di sufficienza adottato nel primo tempo dal fischietto napoletano hanno indispettito la Lazio: c’è un intervento di El Azzouzi con il piede a martello su Patric (uscito per infortunio) dopo tre minuti e non sanzionato, ci sono dubbi da rigore sul contatto tra Ferguson e Isaksen a un sospiro dall’intervallo. E’ stato rilevato dal club biancoceleste un metro di giudizio differente nella valutazione del giallo a Cataldi rispetto alla gomitata sul costato rifilata al play romano da Ferguson e neppure sanzionata con una punizione dal limite. Mancava in avvio anche l’ammonizione di Posch per la trattenuta su Felipe. Nel secondo tempo, in cui il Bologna ha preso il controllo della partita e la Lazio senza energie si era fermata, l’andamento è stato molto più regolare ed equilibrato. Come se l’arbitro avesse corretto il tiro della direzione o alzato la soglia di attenzione.

L'ammissione di Maresca

Un retroscena è emerso in relazione ai colloqui post-partita tra Maresca, lo staff tecnico e i giocatori della Lazio. L’arbitro di Napoli avrebbe ammesso di essersi “perso” il fallo di Fabbian su Immobile. Un cartellino rosso per somma di ammonizioni, con la squadra di Sarri in vantaggio, avrebbe probabilmente compromesso le possibilità di rimonta del Bologna. Svista pesante, condiziona il risultato. Si tratta di uno tra i migliori arbitri della Serie A, come aveva dimostrato dirigendo in maniera esemplare il derby d’Italia tra Inter e Juve a San Siro del 4 febbraio. Il designatore Rocchi aveva mandato all’Olimpico, per un confronto diretto in chiave Champions, forse il più in forma a disposizione. Nel dossier stagionale della Lazio figura anche il ko di Salerno (arbitro Prontera) a fine novembre: la mancata espulsione di Gyomber, già ammonito, dopo il gol di Immobile pesò sull’esito della partita almeno quanto il consueto calo post intervallo. Rispetto alle stagioni passate, l’atteggiamento della Lazio sul campo è nel complesso migliorato: meno proteste. Un solo caso, ancora con Maresca, a metà dicembre: espulso Lazzari per un “vaffa” plateale nel finale di gara con l’Inter. Il terzino è tornato a scusarsi (lo aveva fatto a caldo) con l’arbitro prima di scendere in campo con il Bologna. Dentro lo spogliatoio, cominciano a sentirsi poco tutelati. 


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