Fascia sinistra, Napoli incanta: Spalletti sfrutta una storica arma

Mario Rui-Zielinski-Kvara: la spinta del portoghese, la qualità di Piotr, i colpi del georgiano. Insieme hanno costruito sette gol e nove assist: miniera d’oro come Ghoulam-Hamsik-Insigne
Fascia sinistra, Napoli incanta: Spalletti sfrutta una storica arma© FOTO MOSCA
Fabio Mandarini
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NAPOLI - C’era una volta una splendida catena di sinistra: Ghoulam-Hamsik-Insigne. E oggi, dopo anni di attesa ce n’è un’altra: Mario Rui-Zielinski-Kvaratskhelia. Bella, bellissima e finora decisiva: gol, assist, fase offensiva e fase difensiva. Un reattore, più che un ingranaggio di fascia, che ha fatto scintille e faville in campionato e in Champions: 4 reti e 3 assist Kvara; 3 reti e 4 assist Zielo; 2 assist Mario. E mica soltanto questo: loro sono nel cuore del gioco, sono anima e talento. E Piotr, tanto per dirne un’altra, è la chiave stessa del sistema del Napoli: l’uomo che detta i ritmi, che fa la mezzala e poi il trequartista. Erano anni che si viveva di ricordi, erano anni che si citava il passato: beh, sembra proprio che sia giunto il momento di godersi un’altra storia.

La rivincita

E allora, reazione a catena. O catena a reazione. Anzi: Mario Rui-Zielinski-Kvaratskhelia è una combinazione che a sinistra scatena reazioni come i bei vecchi tempi. Quelli di un meccanismo perfetto di un altro Napoli - di Sarri - che si fermò all’improvviso il 1° novembre 2017: notte di Champions con il City, notte del crack di Ghoulam. Sì, saltò il legamento del ginocchio destro di Faouzi e insieme tutto il resto di un gioco nel quale cominciò a muovere i primi passi Mario: gradualmente e poi di corsa. Senza fermarsi più. In principio furono critiche e commenti velenosi, e soprattutto un confronto costante con lo sfortunato predecessore. Come se non bastasse, dopo il 2020 cominciò a uscire dal giro della Nazionale: colpi su colpi. Duri. Fino alla rivincita con Spalletti: molto buona la stagione precedente e super la prima parte della nuova nonostante la concorrenza di Olivera, uno che nelle gambe ha forza da vendere e che fa il titolare nella Celeste. L’ultimo esempio? L’assist per il Cholito ricamato con il sinistro a San Siro è una perla. Complimenti. A proposito: oggi è uno dei leader dello spogliatoio ed è anche tornato in Nazionale. A sognare il Mondiale.

La trasformazione

In Qatar ci andrà Zielinski, con la Polonia. Polonia che aspetta di ammirarlo nella versione di Napoli: un centrocampista capace di giocate da fuoriclasse che ha smesso di soffrire di pause inspiegabili e che ha cominciato a interpretare anche la parte del mediano (quando serve). Sì: più fame, più voglia, più determinazione. E continuità: gol e assist, per lui, e serate addirittura sontuose in Champions. La passerella con il Liverpool al Maradona resterà nella storia del club e nell’album di Zielo, sì. E con i Rangers, a dispetto dei due errori sul rigore tirato e poi ripetuto invano, fu lui a dirigere la squadra. Del resto, dicevamo, è la chiave tattica del passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1: il signor Luciano ha un po’ arretrato il suo raggio d’azione così come chiedeva, ma tutto sommato è dentro di lui che qualcosa è avanzato. Forse la convinzione di essere pronto alla consacrazione.

Kvaratskhelia: "Senza la squadra non sono nessuno"

Kvaramania

Mario e Piotr erano già parte del gruppo e della catena, ma lui invece è la sorpresa. La geniale novità che ha già fatto impazzire i tifosi, gli avversari e i club di tutta Europa: ladies & gentlemen, Kvaratskhelia. Il turbo, la fantasia, il martello, l’uomo dei doppi passi, dei tiri nel sette, degli assist, dei dribbling, di giochi e giochetti che novanta su cento producono un pericolo, un gol o magari un rigore come a San Siro. Un mal di testa perenne, Kvara; un ciclone che parte, centrifuga e quando la giornata è giusta spazza via tutto. «Sì, ma senza la squadra sei solo un individualista. Non puoi essere e ottenere nulla senza i tuoi compagni», ha detto ieri dal ritiro della Georgia (dove Setanta Sport gli ha dedicato il documentario: Kvaramania). Musica per Spalletti, pazzo come tutti di Kvicha ma fermo nel suo ruolo di maestro di un fenomenale ventunenne: «Non può vincerle da solo», disse a Glasgow. Evviva la catena.


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