Le scelte singolari di Garcia: questo non è Napoli

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Le scelte singolari di Garcia: questo non è Napoli© ANSA
Pasquale Salvione
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C'è ancora tanto da lavorare, ha ragione De Laurentiis. Questo non può essere il Napoli, la squadra che ha vinto lo scorso campionato con sedici punti di vantaggio. È ancora presto per trarre conclusioni, ma il pareggio con il Genoa è un altro allarme pericoloso. Perché i segnali che arrivano dal campo sono preoccupanti e non lasciano ben sperare. La squadra ha perso la sua identità, sembra svuotata, non riesce più a fare quello che sapeva fare. Di quella dell’anno scorso ha conservato solo il possesso palla, ma la differenza è che adesso è completamente improduttivo. Non è riuscita a fare nessun tiro in porta ieri fino al minuto 72, pur avendo la palla per oltre il 66% del tempo. La manovra è lenta, poco efficace, non riesce mai ad accendere i suoi gioielli. Osimhen e Kvara l’anno scorso giocavano una quantità di palloni enorme, adesso la vedono pochissimo. Sembrano diventati due giocatori normali. L a reazione finale d’orgoglio è forse l’unica cosa da salvare della notte di Marassi, i gol di Raspadori e Politano hanno evitato un tracollo che probabilmente avrebbe avuto un effetto devastante. Restano i cinque punti di distacco dalla vetta e alcune scelte di Garcia che hanno lasciato molti dubbi: togliere il deluso Kvara nel concitato finale per far entrare Zerbin è stata sicuramente quella più singolare. Così come quella di lasciare in panchina Simeone e Lindstrom, due giocatori che magari potevano avere nelle corde il guizzo per completare una clamorosa rimonta.

Genoa alle spalle, mercoledì esordio in Champions

Sicuramente potrà tornare utile invece l’esperimento del 4-4-2: Raspadori vicino a Osimhen è un altro giocatore rispetto a quello costretto a traslocare sulla fascia. D a Marassi, però, viene fuori un’altra realtà non proprio incoraggiante, quella dei difensori centrali (inguardabile Juan Jesus sul primo gol di Bani). In questo momento, Natan è la quarta scelta. Zero minuti giocati finora in partite ufficiali, onestamente troppo pochi per chi è arrivato in estate per sostituire Kim, l’anno scorso votato all’unanimità come miglior difensore del campionato. Il brasiliano ha tutto il tempo per prendersi la scena, soprattutto in questo ciclo di sette partite in 2 2 giorni, ma evidentemente non era ancora pronto per essere catapultato in una ribalta così importante dal Red Bull Bragantino. Il pareggio di Genova, comunque, andrà archiviato presto, perché da mercoledì si riaprirà il sipario sul palcoscenico della Champions. L’anno scorso il Napoli in Europa ha strabiliato, non solo dal punto di vista dei risultati (mai nella sua storia era arrivato ai quarti) ma soprattutto per il suo modo di giocare. Per molti era diventata anche una delle squadre da battere, dopo il girone dominato con il Liverpool (5 vittorie e miglior attacco della competizione con 20 gol segnati). Le aspettative dei tifosi, ma soprattutto della società, sono alte. Subito dopo la vittoria dello scudetto, De Laurentiis fissò pubblicamente l’obiettivo europeo per questa stagione, ricordando ancora una volta i torti arbitrali che, a suo modo di vedere, costarono l’eliminazione con il Milan. C’era ancora l’euforia tricolore, c’era ancora l’atmosfera magica in città, c’erano ancora Spalletti e Kim, ma di sicuro l’ambizione del presidente resta uguale. Garcia ha una grande responsabilità, reggere il confronto non sarà per niente facile. C’è ancora tanto da lavorare.


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