Garcia, la storia si vendica: con il Napoli amore mai sbocciato

Diceva di non conoscere il passato del Napoli, ora entra negli annali: solo Ventura è durato meno
Antonio Giordano
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Breve e neppure intenso, come un amore sbagliato, come un tempo perduto: perché di questi 136 giorni (contrattuali), di Rudi Garcia restano nulla, qualche frase a effetto, fantasmi che si intravidero già in conferenza stampa (151 giorni fa), un’empatia mai avvertita né in campo, né tra i vicoli della memoria. È stato un attimo, calcisticamente, perché tre mesi - dalla prima a Frosinone - e sedici partite (dodici di campionato, quattro di Champions), stanno scivolando così, lievemente eppure dolorosamente, sui ricordi d’un passato sfuggito troppo banalmente ad un uomo che dialetticamente è scivolato rumorosamente: «Io non conosco la Storia». Che però era stata appena riscritta da una squadra quasi eguale, piena di quel talento rigoglioso che appena il 4 maggio era uscito dalla penombra, riportando indietro di trentatré anni le lancette dell’orologio e rimettendo uno scudetto al centro del proprio universo. 

Garcia via da Napoli, quasi record 

Rudi Garcia, ieri tornato per via aerea a casa sua, a Cannes, è durato una settimana più di Gian Piero Ventura: il primo allenatore dell’era De Laurentiis, arrivato in una squadra - quella sì - nata realmente dalle ceneri, dunque senza un vissuto, figlia del fallimento e non erede di Campioni d’Italia. E ha resistito settantatré giorni in meno di Roberto Donadoni, che però nel proprio interregno ha potuto statisticamente inserire anche l’estate, vissuta sotto contratto, prima di essere esonerato ad ottobre, per lasciare la panchina a Mazzarri, che edificò la propria longevità con la stessa formazione del predecessore, proiettandola dalla salvezza in Europa. Una parabola che ha portato Rudi vicino a Oscar Tabarez, tuttora il più veloce, nel 1996, a farsi mandar via da una squadra campione d’Italia: il Milan, in quel caso, e dopo undici turni 

Le gioie 

Ci sono tracce impalpabili di felicità diffusa in questo semestre scarso di Garcia e scavando sotto la scorsa, il momento più “alto” non è racchiuso in una delle sei vittorie in campionato o in una delle due di Champions, semmai nel primo tempo con la Lazio e nel secondo con il Milan, una sconfitta ed un pareggio, con colpevoli errori ma anche con rimpianti indiscutibili. 

I dolori 

È mancato il gioco, sin da Frosinone, se ne è avuta qualche percezione, forse con il Sassuolo, s’è intravisto il carattere (a Marassi, con il Milan), ma dal 19 agosto in su, passando anche per le notti di Braga e di Berlino, due successi da sei punti in Champions e 5,6 milioni di euro sul conto del club, si sono allungate spesso ombre inquietanti, che hanno indotto De Laurentiis ad andare oltre le proprie competenze e a ricoprire un ruolo esageratamente largo per un presidente. E il dialogo, il confronto, quella voglia matta del plenipotenziario di spingersi al di là, è divenuta un’ossessione per Garcia o anche no, certo non la condizione ideale per scegliere in libertà, resistendo a condizionamenti anche inevitabili. 

Garcia e l'ostinazione 

E non c’è stato mai modo di costruire una casa comune, forse per il desiderio di Garcia di dare al Napoli un'immagine che fosse la sua, non restasse dolcemente “ostaggio” del vissuto societario: il 4-3-3 è stato dismesso, per necessità sopraggiunte, varie volte e i ribaltoni con il Genoa e quelli con il Milan hanno probabilmente instillato nell’allenatore il sospetto che fosse possibile imporsi a modo suo, 4-2-3-1, applicando una rivoluzione silenziosa che contro l’Empoli gli è esplosa fragorosamente tra le mani. Garcia è rimasto - fondamentalmente - calato in una forma di isolamento, ha inseguito un sogno e s’è ritrovato in un incubo, con calciatori restii e persino pubblicamente allergici ad accettare le sue mosse (da Kvara ad Osimhen a Politano, dopo le sostituzioni) e con una sfiducia che pure nei momenti di apparente serenità ha finito per sovrastarlo. La sua Napoli non sarà neppure oleografia. Direbbe Pino Daniele: carta sporca. 


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