Mazzarri cambia: Napoli a Milano con tre tenori in difesa

Il tecnico pensa ancora al 3-4-2-1 verso il Milan con Ostigard dietro al fianco di Rrahmani e Juan Jesus

L’ultima tentazione di Mazzarri è cambiare. Ancora una volta: novanta minuti con la difesa a quattro (con il Verona) e ora la prospettiva di vivere i prossimi con quella a tre. A tre/cinque: la famosissima storia della fase difensiva da sviluppare con un 3-4-2-1 di partenza. È questo il vestito che Walter sta valutando di proporre per la sfilata di San Siro, per la partita contro il Milan, tappa fondamentale per la carriera del Napoli nella Champions che sarà: dentro Ostigard al fianco di Rrahmani e Juan Jesus e fuori un centrocampista, cioè Cajuste. Con Di Lorenzo più alto a destra e Mazzocchi a sinistra al posto dello squalificato Mario Rui. Modello Riyad, Fiorentina e Inter per intenderci.  

Napoli stile arabo

La settimana del Napoli, cominciata ieri dopo una giornata di relax totale, è nata sotto il segno di un progetto di metamorfosi che da oggi a sabato sarà affrontato ed eventualmente sviscerato. Modello Supercoppa, dicevamo: 3-4-2-1 stile Arabia, equilibrio ma non l’ermetismo declinato con la Lazio all’Olimpico, quando Mazzarri virò verso un 3-5-1-1 condizionato dall’emergenza estremizzata da tre squalifiche e sei assenti. Una situazione superata già contro l’Hellas sia per i rientri dei vecchi, sia per i volti nuovi disegnati dal mercato. Fermo restando il caso di Zielinski, domenica finito fuori ufficialmente per un affaticamento muscolare e ieri ancora alle prese con un programma personalizzato in campo insieme con Meret e Olivera. Gli ultimi due uomini alle prese con i residui dei rispettivi problemi fisici, candidati però al rientro molto presto. Magari proprio con il Milan: le indicazioni dei prossimi allenamenti saranno decisive. 


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Napoli, ritorno a tre

Il ritorno alla difesa a tre, rispetto al Verona, imporrebbe l’uscita di scena di un centrocampista e l’ingresso di un difensore centrale: il braccetto di destra sarebbe Ostigard, con Rrahmani al centro e Juan Jesus a sinistra. A centrocampo confermati Lobotka e Anguissa, con Cajuste escluso e gli esterni Di Lorenzo e Mazzocchi avanzati sulla mediana a quattro e pronti a trasformare la linea della difesa a cinque in fase difensiva. Il capitano a destra, certo, e il collega a sinistra al posto di Rui: se Olivera sarà convocato, infatti, partirà comunque dalla panchina. 

Attacco Napoli

A Kvara e Politano, invece, toccherà agire alle spalle della punta. E in questo caso l’identikit non è ancora chiarissimo: la conferma di Simeone regge, anche perché il Cholito è in grado di riempire l’area, di attaccare la profondità e anche di reggere il duello fisico, ma nel carnet di Mazzarri ci sono ovviamente Raspadori e ora anche Ngonge. Che è capace di agire da falso nueve e in velocità sa il fatto suo. Questione di scelte, di come impostare la partita. C’è tempo. Ancora un po’. 


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L’ultima tentazione di Mazzarri è cambiare. Ancora una volta: novanta minuti con la difesa a quattro (con il Verona) e ora la prospettiva di vivere i prossimi con quella a tre. A tre/cinque: la famosissima storia della fase difensiva da sviluppare con un 3-4-2-1 di partenza. È questo il vestito che Walter sta valutando di proporre per la sfilata di San Siro, per la partita contro il Milan, tappa fondamentale per la carriera del Napoli nella Champions che sarà: dentro Ostigard al fianco di Rrahmani e Juan Jesus e fuori un centrocampista, cioè Cajuste. Con Di Lorenzo più alto a destra e Mazzocchi a sinistra al posto dello squalificato Mario Rui. Modello Riyad, Fiorentina e Inter per intenderci.  

Napoli stile arabo

La settimana del Napoli, cominciata ieri dopo una giornata di relax totale, è nata sotto il segno di un progetto di metamorfosi che da oggi a sabato sarà affrontato ed eventualmente sviscerato. Modello Supercoppa, dicevamo: 3-4-2-1 stile Arabia, equilibrio ma non l’ermetismo declinato con la Lazio all’Olimpico, quando Mazzarri virò verso un 3-5-1-1 condizionato dall’emergenza estremizzata da tre squalifiche e sei assenti. Una situazione superata già contro l’Hellas sia per i rientri dei vecchi, sia per i volti nuovi disegnati dal mercato. Fermo restando il caso di Zielinski, domenica finito fuori ufficialmente per un affaticamento muscolare e ieri ancora alle prese con un programma personalizzato in campo insieme con Meret e Olivera. Gli ultimi due uomini alle prese con i residui dei rispettivi problemi fisici, candidati però al rientro molto presto. Magari proprio con il Milan: le indicazioni dei prossimi allenamenti saranno decisive. 


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