Osimhen è tornato, qua la mano Kvara

L’attaccante è pronto a riprendersi un ruolo da protagonista nel Napoli insieme al georgiano: i dettagli
Fabio Mandarini
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Sessanta giorni di te senza me. Ma ora Khvicha non è più solo: OsieKvara coniugati in un alito. Osimhen e Kvaratskhelia ritrovati, abbracciati, di nuovo insieme nel tridente dopo due mesi di astinenza: l’ultima volta è un ricordo natalizio del 23 dicembre 2023, all’Olimpico con la Roma, e da quel momento nulla da dichiarare nel nuovo anno. Mai più gemelli, mai più occhi negli occhi e scintille di calcio. Napoli con pochi gol, pochissime emozioni, tanta tristezza e un altro esonero. Al massimo una polemica tra il manager di Kvara e Osi, innescata dall’agente georgiano con un assist paradossale spedito in curva da Victor, giustamente incavolato, con un calcione di quelli tremendi. Mamma Africa e la coppa, poi, hanno curato le ferite delle parole inutili con il tempo e le carezze delle cose serie; serissime dopo il licenziamento di Mazzarri e l’arrivo di Calzona, il numero tre di una collezione di allenatori che il Napoli - si direbbe - chiuderà così. Riaprendo subito il Maradona al grande show della Champions e all’andata degli ottavi con il Barcellona di Lewandowski, Yamal e fenomeni vari: noche di gala, notte stellare e di sfide pazzesche che con Spalletti la squadra innaffiava di champagne nigeriano e georgiano. Ottima annata. E ora, invece, la sete aumenta: un gol per Victor in Champions, ancora a zero Khvicha. Già, serve subito qualcosa. Qualcosa di bello. Qua la mano, Kvara: Osi è tornato. Bisogna (ri)fare il Napoli.  

La polemica su Osimhen  

Amici più di prima, a dispetto di Mamuka Jugeli. Delle sue inopportune valutazioni sul futuro di Osimhen: "Ha firmato un nuovo contratto, ma pensate davvero che giocherà nel Napoli per tutta la sua carriera? Lo dico ora, in estate andrà a giocare in Arabia Saudita", disse il procuratore di Kvaratskhelia. Apriti cielo della Costa d’Avorio: fulmini, saette, strali. "Sei una vergogna, un pezzo di questo e quello, non nominarmi mai più", la risposta social di Osi tonante. Era il 10 gennaio. Passato remoto, ormai. Sembra invece di un’altra epoca, l’ultima partita giocata dai gemelli dello scudetto fianco a fianco: Roma-Napoli, dicevamo, 23 dicembre. Sessanta giorni oggi, due mesi senza Victor (volato poi in Africa) e senza la coppia dei sogni. Che però, in questa stagione disgraziata e malandata, ha fatto più incubi insieme con i compagni: il Barça, il fascino del derby di Diego al Maradona, la vetrina d’Europa, l’onore da riscattare, Spalletti in tribuna e la necessità di dare una risposta dopo due esoneri e tre allenatori impongono però uno scatto d’orgoglio. Di classe e gol: 5 in campionato in 7 partite senza Osimhen; 8 in 9 gare se consideriamo la Supercoppa. Reti di Kvara da quel dì: una contro il Verona, stupenda. Però unico esemplare.

Il tridente del Napoli 

E allora, qua la mano. Dicevamo: Osimhen e Kvaratskhelia come una cosa sola. Loro due e Politano, quelli del tridente declinato da Calzona alla maniera di Calzona: sì, certo, ha lavorato con Sarri e con Lucio, ma ora il boss è lui, anzi è un allenatore-ct, e con Lobotka che la storia la conosce a memoria dalla Slovacchia non potrà che essere tutto più facile. Tempo, comunque. Serve un po’ di tempo per riempire la danza degli attaccanti di codici, tagli e giochi nuovi. Ma la memoria del gol e il profumo dell’intesa trionfale, beh, non possono passare: quello è il codice genetico, Osi e Kvara sanno bene come si fa. Basta so lo rifarlo. 

           


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