Napoli, contatto diretto con Conte. Ma Gasperini rimane in pole

L'allenatore dell'Atalanta è in cima ma deve liberarsi dalla Dea. Resiste l'ipotesi dell'ex Tottenham: i dettagli
Fabio Mandarini

Il punto della situazione non ha prodotto il punto in calce alla situazione. Il capitolo del nuovo allenatore, nel libro della rifondazione che Aurelio De Laurentiis sta curando personalmente in attesa di cominciare a scrivere ufficialmente la trama a quattro mani insieme con il nuovo responsabile in pectore dell’area sportiva, Giovanni Manna, è sempre aperto: la riunione societaria di ieri non ha fatto altro che sancire una volta ancora le gerarchie, lasciando però da parte la variabile indipendente di nome Antonio Conte. Reduce da un incontro con i dirigenti azzurri andato in scena sabato. Mentre il Napoli sprofondava con il Bologna. Con ordine.    

Napoli, Gaperini in pole 

Il protagonista principale, cioè il tecnico in cima alla lista a cui il presidente ha spedito anche un messaggio pubblico di enorme stima (datata), è sempre Gian Piero Gasperini, oggi alle prese con la finale di Coppa Italia che l’Atalanta giocherà contro la Juve all’Olimpico di Roma e tra una settimana, mercoledì 22 maggio, pronto a cimentarsi a Dublino anche in quella di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Un uomo molto impegnato, moltissimo. Anche contrattualmente, se vogliamo: il suo rapporto con la Dea scadrà nel 2025, tra un anno, e ovviamente il club di Percassi non ha intenzione di arrendersi all’idea di liberarlo prima della scadenza; anzi, vuole trattenerlo e prolungare. Insomma, il Gasp è aperto ad approfondire la proposta di Adl ma non potrà farlo prima di aver giocato le finali e concluso la maratona verso la prossima Champions in campionato. Già, la grande coppa: un buco nel futuro azzurro. Una competizione che avrà il suo peso, che significa prestigio: è lui il numero uno della lista per la panchina del Napoli , quasi fuori anche dalla Conference, ma le valutazioni sono notevoli. E il legame con l’Atalanta, ma soprattutto i programmi e le ambizioni della Dea, avranno certamente un peso specifico decisivo sulla scelta finale di Gasperini. L’attesa è inevitabile, non si può fare altrimenti, ma in questa fase rischia di diventare snervante perché il Napoli ha fretta di programmare il futuro con un nuovo leader al comando.  

La variabile Conte

E così, nel corso del vertice societario, è riemersa ancora e come sempre la candidatura di Antonio Conte, un’altra antica passione del presidente. Un allenatore libero da vincoli. La sua soluzione per la rivoluzione d’autunno: a ottobre lo avrebbe voluto per sistemare al volo la stagione, per blindare una squadra allo sbando e una Champions già in pericolo, e così gli offrì 8 milioni e la panchina degli ormai ex campioni d’Italia. Ma lui preferì declinare gentilmente: non una questione economica e anzi la voglia di partecipare alla costruzione di un progetto, piuttosto che saltarci su in corsa. Legittimo. Come la voglia di godersi ancora un po’ la famiglia, in attesa di tornare in campo a modo suo. Sabato, dicevamo, è andato in scena un incontro con il Napoli: non ci sono preclusioni legate all’uscita dalla Champions, dall’Europa League e finanche dall’Europa, ma sono fondamentali i programmi e le immancabili ambizioni. Conte è un profilo autorevole che garantirebbe appeal sul mercato e spargerebbe serenità su una città piena di tifosi inferociti o peggio ancora disillusi, dopo il clamoroso crollo della stagione con lo scudetto sulle maglie, ma Conte è anche un investimento estremamente impegnativo da calibrare per benino, tra un ingaggio da definire e varie ed eventuali. E De Laurentiis ci pensa, analizza, riflette.  


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Poker di allenatori 

In lista resistono Vincenzo Italiano, il prossimo avversario del Napoli in campionato alla guida della Fiorentina, ormai giunto al capolinea dell’esperienza con la Viola, nonché prossimo alla seconda finale consecutiva di Conference (è anche in quota Bologna); e poi Stefano Pioli, legato al Milan da un altro anno di contratto ma virtualmente separato in casa, nonostante dichiari da un po’ di attendere la fine della stagione per fare il punto della situazione con il Diavolo in merito al futuro. Poker servito.  


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Il punto della situazione non ha prodotto il punto in calce alla situazione. Il capitolo del nuovo allenatore, nel libro della rifondazione che Aurelio De Laurentiis sta curando personalmente in attesa di cominciare a scrivere ufficialmente la trama a quattro mani insieme con il nuovo responsabile in pectore dell’area sportiva, Giovanni Manna, è sempre aperto: la riunione societaria di ieri non ha fatto altro che sancire una volta ancora le gerarchie, lasciando però da parte la variabile indipendente di nome Antonio Conte. Reduce da un incontro con i dirigenti azzurri andato in scena sabato. Mentre il Napoli sprofondava con il Bologna. Con ordine.    

Napoli, Gaperini in pole 

Il protagonista principale, cioè il tecnico in cima alla lista a cui il presidente ha spedito anche un messaggio pubblico di enorme stima (datata), è sempre Gian Piero Gasperini, oggi alle prese con la finale di Coppa Italia che l’Atalanta giocherà contro la Juve all’Olimpico di Roma e tra una settimana, mercoledì 22 maggio, pronto a cimentarsi a Dublino anche in quella di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Un uomo molto impegnato, moltissimo. Anche contrattualmente, se vogliamo: il suo rapporto con la Dea scadrà nel 2025, tra un anno, e ovviamente il club di Percassi non ha intenzione di arrendersi all’idea di liberarlo prima della scadenza; anzi, vuole trattenerlo e prolungare. Insomma, il Gasp è aperto ad approfondire la proposta di Adl ma non potrà farlo prima di aver giocato le finali e concluso la maratona verso la prossima Champions in campionato. Già, la grande coppa: un buco nel futuro azzurro. Una competizione che avrà il suo peso, che significa prestigio: è lui il numero uno della lista per la panchina del Napoli , quasi fuori anche dalla Conference, ma le valutazioni sono notevoli. E il legame con l’Atalanta, ma soprattutto i programmi e le ambizioni della Dea, avranno certamente un peso specifico decisivo sulla scelta finale di Gasperini. L’attesa è inevitabile, non si può fare altrimenti, ma in questa fase rischia di diventare snervante perché il Napoli ha fretta di programmare il futuro con un nuovo leader al comando.  

La variabile Conte

E così, nel corso del vertice societario, è riemersa ancora e come sempre la candidatura di Antonio Conte, un’altra antica passione del presidente. Un allenatore libero da vincoli. La sua soluzione per la rivoluzione d’autunno: a ottobre lo avrebbe voluto per sistemare al volo la stagione, per blindare una squadra allo sbando e una Champions già in pericolo, e così gli offrì 8 milioni e la panchina degli ormai ex campioni d’Italia. Ma lui preferì declinare gentilmente: non una questione economica e anzi la voglia di partecipare alla costruzione di un progetto, piuttosto che saltarci su in corsa. Legittimo. Come la voglia di godersi ancora un po’ la famiglia, in attesa di tornare in campo a modo suo. Sabato, dicevamo, è andato in scena un incontro con il Napoli: non ci sono preclusioni legate all’uscita dalla Champions, dall’Europa League e finanche dall’Europa, ma sono fondamentali i programmi e le immancabili ambizioni. Conte è un profilo autorevole che garantirebbe appeal sul mercato e spargerebbe serenità su una città piena di tifosi inferociti o peggio ancora disillusi, dopo il clamoroso crollo della stagione con lo scudetto sulle maglie, ma Conte è anche un investimento estremamente impegnativo da calibrare per benino, tra un ingaggio da definire e varie ed eventuali. E De Laurentiis ci pensa, analizza, riflette.  


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