E’ presto per affermare che l’allievo abbia superato il maestro, ci mancherebbe. Ma per il momento De Rossi nella Roma ha fatto meglio di Spalletti, l’allenatore indicato come il principale riferimento della sua cultura calcistica. Se confrontiamo le prime sette partite di campionato dell’uno, rispetto alla situazione analoga che l’altro trovò nel 2016, scopriamo che Daniele ha raccolto 18 punti mentre Luciano si fermò a 16. Non solo. Nella comune ricerca di un gioco offensivo, anche la produzione di gol è superiore oggi: 20 contro 18. E’ un paragone interessante e credibile perché le condizioni di partenza erano più o meno le stesse: De Rossi è subentrato a Mourinho a gennaio, così come Spalletti aveva sostituito Garcia nel gennaio 2016.
Roma, De Rossi e la proiezione per tornare in Champions
Otto anni fa, dopo un punto in due partite contro il Verona all’Olimpico e contro la Juventus allo Stadium (gol guarda caso di Dybala), Spalletti infilò otto vittorie consecutive che riportarono la Roma in zona Champions. Obiettivo effettivamente raggiunto con il terzo posto, che a quei tempi valeva la qualificazione al turno preliminare. Per tenere lo stesso ritmo De Rossi dovrebbe conquistare 7 punti nelle prossime tre partite contro Fiorentina, Sassuolo e Lecce. Media 2,33. Obiettivo difficile evidentemente, soprattutto perché nel mezzo dovrà anche affrontare due volte il Brighton in Europa League. Ma non impossibile se si osserva che la sua Roma fin qui sta viaggiando a 2,57 punti di media. Di sicuro per eguagliare il risultato del predecessore, cioè portare la squadra in Champions League, De Rossi non potrà permettersi un rallentamento vigoroso anche se a lui basterà arrivare quarto al traguardo (o addirittura quinto, se l’Italia si confermerà tra le due migliori nel ranking Uefa stagionale) per dichiarare compiuta la missione affidatagli dai Friedkin.