Roma, Pellegrini tra crisi, rinascita e quel no alla clausola sul contratto

Il numero 7 giallorosso sta vivendo un 2024 straordinario (anche in Nazionale): come ci è arrivato al termine del periodo peggiore da quando è in prima squadra. E tra pochi mesi si parlerà del nuovo accordo
Roma, Pellegrini tra crisi, rinascita e quel no alla clausola sul contratto

E' profondamente sbagliato dire che Lorenzo Pellegrini non aveva mai giocato così bene. Si fa un torto a lui, si fa un torto alla prima Roma di Mourinho, quella della stagione 2021-2022: Pellegrini chiuse dopo aver rinnovato il contratto e aver alzato la Conference League, con un bottino personale di 14 gol e 8 assist  con la Roma, più 3 marcature con la Nazionale. E' altrettanto profondamente sbagliato, però, dire che il Lorenzo Pellegrini che sta giocando con la Roma, e con l'Italia, in questi mesi sia lo stesso che ha chiuso, immalinconito e sfiduciato, il 2023. I numeri magari non raccontano tutto, ma tanto. E allora ce n'è uno che rappresenta una sintesi perfetta: Pellegrini ha segnato sette gol nelle ultime 15 partite disputate tra club e Nazionale, dal 20 gennaio in avanti, tante reti quante nelle precedenti 49 gare. Inarrestabile, ha scritto ieri sera Opta. Eppure c'è stato un momento in cui Lorenzo Pellegrini si è fermato, tra l'autunno e l'inverno. Cosa è successo davvero nella testa del capitano romanista?

Pellegrini, le voci sulla vita privata e il rapporto con Mourinho

Si sono sommate tre cose che avrebbero, probabilmente, reso complicata la vita di qualsiasi calciatore, a maggior ragione di uno che, per rendere al meglio, deve stare bene di testa e di fisico. Qualche tempo fa, a margine di un'intervista per uno sponsor tecnico nel centro di Roma, Pellegrini rivelò ai cronisti presenti che se non si sentiva sicuro non riusciva ad incidere: "Certe volte - la sua battuta che poi forse battuta non era - me sembro matto, quasi masochista. Non mi capisco neanche io". Quello che è successo in questi mesi Pellegrini lo ha capito e anche bene: le illazioni sulla sua vita privata a ridosso della nascita del terzo figlio lo hanno turbato. I pensieri non erano tanto per sé, quanto per la moglie e gli altri due figli. Il secondo, Thomas, è nato nel 2021 dopo un parto che lo stesso Lorenzo e Verona hanno definito "complicato, intenso", tanto che all'epoca il giocatore rinunciò a un volo privato già pronto per raggiungere i compagni a Genova. Tanti pettegolezzi non gli hanno giovato. Non solo: Pellegrini ha attraversato mesi complicati dal punto di vista muscolare visto che, a 28 anni quasi, sa perfettamente come il suo fisico abbia bisogno di un lavoro specifico per giocare con continuità. Non a caso, da anni, Pellegrini è affiancato da uno staff su misura, con professionisti che lo seguono in casa come in trasferta. Se c'è un giocatore che dedica al calcio, famiglia a parte, tutte le sue energie è proprio lui. Capitolo Mourinho: dopo un fortissimo amore iniziale i rapporti tra i due si sono raffreddati. Molto. I tifosi, non quelli di curva ma gli altri, hanno accusato Lorenzo di "tradimento": un po' come rappresentante della squadra e un po'perché pensavano che lui aveva (o aveva avuto) un rapporto privilegiato con il portoghese e avrebbe dovuto difenderlo fino alla fine. L'anello regalato da Pellegrini e dai giocatori a Mourinho è stato riconsegnato e forse solo loro sanno se, prima o poi, ci sarà un chiarimento. Ma a Lorenzo è dispiaciuto di essere stato accusato di aver giocato contro: semplicemente non ne aveva. Mou è l'allenatore che lo ha portato a vincere una coppa in Europa (neanche Totti e De Rossi ci sono riusciti) e Mou è l'allenatore con cui ha segnato di più, 25 reti. I numeri, di nuovo, non dicono tutto, ma dicono tanto. E raccontano che l'incontro con José per Lorenzo è stato una fortuna.


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Pellegrini e il rapporto con Totti e De Rossi

"Mi aspetto tanto da me stesso", ha ammesso Pellegrini subito dopo la vittoria contro l'Ecuador. Vale per la Nazionale e vale per la Roma. Ecco perché non solo non ha intenzione di fermarsi, ma sa bene che da qui a giugno (o luglio) non potrà permessersi di sbagliare nulla. Ad aiutarlo in campo ci pensa De Rossi, il suo allenatore e il suo ex compagno, che lo mette nelle condizioni migliori di esprimersi e riesce a interpretarne pensieri e umori con il solo sguardo. Fuori, tra gli altri, c'è anche Francesco Totti. Lui a Pellegrini aveva promesso, da dirigente, la maglia numero 10: non l'ha indossata nella Roma, ma Lorenzo ce l'aveva sulle spalle ieri sera con l'Italia. Vederlo così spensierato e felice ha scaldato il cuore di tutti i romanisti, Totti compreso. E chissà se entrambi hanno pensato a quando Lorenzo sentiva il mondo pesante sulle sue spalle e Francesco con semplici messaggi provava a dargli forza. 

Pellegrini e il rinnovo di contratto: il retroscena

Infine, capitolo contratto: Pellegrini oggi, bonus compresi, guadagna circa sei milioni a stagione. Il suo contratto scade nel 2026, quando avrà 30 anni. E' chiaro che il prossimo accordo sarà l'ultimo davvero importante della sua carriera. Ecco perché la discussione non può essere protratta a lungo: se ne inizierà a parlare in inverno. Pellegrini, nel suo rinnovo nel 2021, non ha voluto mettere una clausola, nonostante qualcuno nel club volesse inserirla. Ma Lorenzo ha detto no. Il motivo? Lo stesso di Totti e De Rossi: "Grazie dell'offerta, ma le bandiere non hanno clausola". E neppure i capitani.


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E' profondamente sbagliato dire che Lorenzo Pellegrini non aveva mai giocato così bene. Si fa un torto a lui, si fa un torto alla prima Roma di Mourinho, quella della stagione 2021-2022: Pellegrini chiuse dopo aver rinnovato il contratto e aver alzato la Conference League, con un bottino personale di 14 gol e 8 assist  con la Roma, più 3 marcature con la Nazionale. E' altrettanto profondamente sbagliato, però, dire che il Lorenzo Pellegrini che sta giocando con la Roma, e con l'Italia, in questi mesi sia lo stesso che ha chiuso, immalinconito e sfiduciato, il 2023. I numeri magari non raccontano tutto, ma tanto. E allora ce n'è uno che rappresenta una sintesi perfetta: Pellegrini ha segnato sette gol nelle ultime 15 partite disputate tra club e Nazionale, dal 20 gennaio in avanti, tante reti quante nelle precedenti 49 gare. Inarrestabile, ha scritto ieri sera Opta. Eppure c'è stato un momento in cui Lorenzo Pellegrini si è fermato, tra l'autunno e l'inverno. Cosa è successo davvero nella testa del capitano romanista?

Pellegrini, le voci sulla vita privata e il rapporto con Mourinho

Si sono sommate tre cose che avrebbero, probabilmente, reso complicata la vita di qualsiasi calciatore, a maggior ragione di uno che, per rendere al meglio, deve stare bene di testa e di fisico. Qualche tempo fa, a margine di un'intervista per uno sponsor tecnico nel centro di Roma, Pellegrini rivelò ai cronisti presenti che se non si sentiva sicuro non riusciva ad incidere: "Certe volte - la sua battuta che poi forse battuta non era - me sembro matto, quasi masochista. Non mi capisco neanche io". Quello che è successo in questi mesi Pellegrini lo ha capito e anche bene: le illazioni sulla sua vita privata a ridosso della nascita del terzo figlio lo hanno turbato. I pensieri non erano tanto per sé, quanto per la moglie e gli altri due figli. Il secondo, Thomas, è nato nel 2021 dopo un parto che lo stesso Lorenzo e Verona hanno definito "complicato, intenso", tanto che all'epoca il giocatore rinunciò a un volo privato già pronto per raggiungere i compagni a Genova. Tanti pettegolezzi non gli hanno giovato. Non solo: Pellegrini ha attraversato mesi complicati dal punto di vista muscolare visto che, a 28 anni quasi, sa perfettamente come il suo fisico abbia bisogno di un lavoro specifico per giocare con continuità. Non a caso, da anni, Pellegrini è affiancato da uno staff su misura, con professionisti che lo seguono in casa come in trasferta. Se c'è un giocatore che dedica al calcio, famiglia a parte, tutte le sue energie è proprio lui. Capitolo Mourinho: dopo un fortissimo amore iniziale i rapporti tra i due si sono raffreddati. Molto. I tifosi, non quelli di curva ma gli altri, hanno accusato Lorenzo di "tradimento": un po' come rappresentante della squadra e un po'perché pensavano che lui aveva (o aveva avuto) un rapporto privilegiato con il portoghese e avrebbe dovuto difenderlo fino alla fine. L'anello regalato da Pellegrini e dai giocatori a Mourinho è stato riconsegnato e forse solo loro sanno se, prima o poi, ci sarà un chiarimento. Ma a Lorenzo è dispiaciuto di essere stato accusato di aver giocato contro: semplicemente non ne aveva. Mou è l'allenatore che lo ha portato a vincere una coppa in Europa (neanche Totti e De Rossi ci sono riusciti) e Mou è l'allenatore con cui ha segnato di più, 25 reti. I numeri, di nuovo, non dicono tutto, ma dicono tanto. E raccontano che l'incontro con José per Lorenzo è stato una fortuna.


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