Un fenomeno. In miglioramento costante. Lavora tanto, sale di livello. Jannik Sinner cresce, come tennista e come uomo, a vista d’occhio. Gioca meglio a tennis, sia tecnicamente che tatticamente, reagisce alle difficoltà da consumato campione e sa disimpegnarsi fuori dal campo in maniera mirabile. È lucido, nei colpi e a parole. Non si è mai visto, in Italia, un tennista così forte sotto ogni punto di vista. È amato ovunque nel mondo e il suo sorriso sta diventando contagioso. Vi sono alcuni aspetti che, più di altri, hanno permesso all’azzurro di arrivare sul gradino più basso del podio ATP, lì dove nessun italiano (nell’era Open) si era mai spinto.
Sinner, il servizio
Sinner è una vera e propria spugna. Da sempre, sin da bambino. Impara in fretta e non ha bisogno di ripetere un esercizio per comprenderlo. Capisce, esegue e, soprattutto, assimila. Il servizio è il fondamentale che Jannik ha migliorato maggiormente negli ultimi sei mesi ed è anche il colpo che ha consentito all’azzurro di salire prepotentemente di livello. Tira più forte (sia la prima sia la seconda) e sa usare meglio sia le rotazioni che gli angoli. Merito del giocatore, ma anche dei coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, che hanno saputo cambiare il movimento di Jannik rendendolo eccellente. Il servizio, oltre che potente e vario, risulta anche difficilmente leggibile.
Sinner, le variazioni
Nei (pochi) momenti concitati dei match, Sinner riesce ormai a eseguire con dimestichezza alcuni colpi che fino a pochi mesi fa gli riuscivano poco naturali. Da semplici tentativi, alcune variazioni sono divenute veri e propri automatismi. La smorzata, contro De Minaur a tratti perfetta, ma anche il ‘serve and volley’ (in alcuni casi addirittura seguendo la seconda di servizio) e il gioco di volo. Jannik sa variare molto bene anche l’altezza della palla sulla rete, un dettaglio difficilmente intuibile guardandolo in televisione, ma risulta palese dal vivo. La palla, soprattutto col dritto, a volte passa molto alta sulla rete. In altri casi, invece, è più radente.