La partita doppia di De Laurentiis: i due campi di gioco tra Napoli e Roma

Il presidente si dice sereno per le vicende extra campo ma spera di rivedere subito la miglior versione degli azzurri
Antonio Giordano
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Se ad un certo punto Aurelio De Laurentiis dovesse cominciare a grattarsi la barba, se insomma le telecamere o un semplice occhio amico, dovesse scovarlo con i pensieri spettinati, allora vuol dire che in quel momento, l’unica autentica preoccupazione sarebbe quella del campo, che in quattro partite diventa un’aula del Tribunale, come sa anche Garcia: si comincia stasera, con l’Udinese, e non è un’ora e mezza qualsiasi, anzi, perché c’è da soffiare su quei nuvoloni che tra Marassi e il Dall’Ara si sono addensati sul Napoli; poi si procederà con il Lecce, il Real Madrid e infine, la Fiorentina, prima della sosta e delle riflessioni che suggeriranno le immagini live; ma del faldone che la Procura di Roma ha avocato a sé, per cercare di capire se ci fu trucco e se ci fu inganno nell'acquisizione di Victor Osimhen, non apparirà traccia. Adl è sereno come il cielo di Napoli d’un mese e mezzo fa, sente i riverberi del sole scaldare la pelle e però anche l’ansia che l’inquieta: l’iscrizione nel registo degli indagati per l’accusa di falso in bilancio non l’ha turbato, «è un atto dovuto» del quale era al corrente, ma è la Champions League che scatena la tensione. 

Napoli, riecco De Laurentiis

A Marassi non c’era, trasferta complicata; a Braga neanche, ospite del matrimonio del Rettore della Federico II; e pure a Bologna ha dovuto disertare, dovendo essere alla sfilata di Armani, che è un amico, non solo un partner commerciale: però, quando è finita, per tacitare quel chiacchiericcio scatenato da Osimhen, l’ha buttata in social. «Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti». Ripartire da uno 0-0, con palo colpito e rigore sbagliato, certo non dallo scontro frontale tra Osimhen e Garcia, che non se le sono mandate a dire, prima di chiarirsi nello spogliatoio e successivamente a Castel Volturno. O semplicemente per soffocare il caos, un presidente deve metterci qualcosa di suo, fosse pure un semplice cinguettio. 

Napoli, una partita doppia 

Però, adesso, comincia una partita doppia: la prima, quella con l'Udinese, De Laurentiis la seguirà al «Maradona», solito posto, identico menu di giornata, e poi lascerà che il resto lo dicano le avversarie che in sequenza incontrerà Rudi Garcia, che sa bene di essere su un filo, perché lo dice il calcio mica la retorica del pallone. L’altra sfida, che comunque ha un suo peso - forse anche ambientale - dipende da ciò che dagli atti rileveranno in Procura a Roma, rileggendo tutto l’affare Osimhen, che protagonista deve diventarlo con l’Udinese, per dimenticare tutto quello che è successo (e non è poco) a Bologna.  

Il futuro 

Il 15 aprile del 2022, quando il Tribunale del calcio ha prosciolto (anche) il Napoli sulla questione plusvalenza, e quando poi il 17 maggio quella sentenza è stata confermata in Appello, De Laurentiis si è rasserenato, consapevole comunque che le Procure - da Lille, Roma - altro avrebbero voluto capire, intorno a valutazioni non sistemiche ma comunque anomale. Però questa è una storia che ha i suoi tempi, quelli della giustizia italiana, e un ottimismo di fondo che si percepisce da ciò che il pool di legali sostiene con il presidente. Il campo, invece, ha leggi imprevedibili, spesso legati a rimbalzi del pallone, privo di alcune codice: il Napoli non vince da tre gare, ne ha conquistate due in avvio (con Frosinone e con Sassuolo), poi si è smarrito ed ha perso con la Lazio, ha pareggiato fuori casa con Genoa e Bologna e in mezzo ci ha messo un successo al primo turno di Champions. Lo scudetto vinto a maggio sta già a sette punti, quelli che separano dall’Inter; la prossima Champions (una banca spalancata) sta lì: l’umore va orientato e qui ognuna delle prossime quattro partite, cominciando dall’Udinese, ha un valore inestimabile. Sono quasi sentenze (del campo, mica del tribunale).


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