
Una mangiatrice di record, oltre che di medaglie. Va bene la bacheca, ricchissima tra Olimpiadi (un oro e un argento), Mondiali (dominati: 6 ori, 4 argenti, un bronzo), Europei (7 ori, 6 argenti, 7 bronzi) e ci limitiamo solo alla vasca olimpica. Ma c’è un legame tra Federica Pellegrini e il cronometro che va oltre le medaglie. Dei 24 record del mondo centrati dai nuotatori italiani, in un viaggio lunghissimo cominciato nel 1973 grazie a Novella Calligaris, la Divina ne ha fatti 11, quasi la metà, tra il 2007 e il 2009. Prima e dopo ha continuato a vincere ma in quei due anni ha rivoluzionato i riferimenti del nuoto mondiale, tanto è vero che il mitico 1’52”98 dei 200 stile libero ha resistito per 14 anni, migliorato solo nel 2023 dall’australiana Mollie O’Callaghan. E deve esserci l’Australia nel destino, perché la prima firma su un primato risale al 27 marzo del 2007, Mondiali di Melbourne, dove Federica però ci resta malissimo: record in semifinale, bronzo in finale in una gara vinta da Laure Manaudou che ritocca il tempo della Divina a distanza di 48 ore. Ma da lì in poi è stato un crescendo continuo, un’esplosione di forza e di talento. Ogni gara era buona per nuotare un record del mondo. Vero che eravamo in piena era costumoni e fioccavano temponi in continuazione, ma tra 200 e 400 stile libero li faceva sempre lei. Quel biennio è stato il periodo d’oro di Federica, malgrado le crisi d’ansia che più di una volta le hanno impedito di nuotare i 400. Ma, anche grazie alla presenza rassicurante di Alberto Castagnetti, l’allenatore con la A maiuscola, Federica ha fatto il pieno di trionfi, togliendosi anche la soddisfazione di essere l’unica azzurra ad aver nuotato un record del mondo in un campionato italiano, l’8 marzo del 2009 a Riccione.
Pellegrini, a Roma
Sembra incredibile ma dal cronometro avrebbe potuto ottenere anche di più, soprattutto in quella settimana da sogno a Roma. Siamo nel 2009, campionati del mondo in casa, tribune strapiene come non si era mai visto prima in una gara di nuoto in Italia («Sentivo il pavimento tremare, un’atmosfera meravigliosa nella piscina più bella del mondo», racconterà poi a mente fredda). Una festa che la tecnologia ha trasformato in qualcosa di storico: con i costumi in poliuretano, poi giustamente vietati, cadeva un record a gara. Tra il 26 e il 29 luglio Federica ne firma tre, vincendo due ori mondiali. E il rammarico non è tanto per il tempo dei 200 stile libero, che avrebbe poi resistito fino al 2023, ma per quello degli odiati (o comunque mai troppo amati) 400 che per metà la Divina ha gestito quasi passeggiando. Poco male, la storia era fatta e a distanza di pochi mesi Federica firmò il suo undicesimo e ultimo record, nei 200 stile libero agli Europei di Istanbul. Una medaglia fra tante ma dal valore particolare: era dicembre e da appena due mesi Fede aveva perso la sua guida tecnica, Alberto Castagnetti, morto improvvisamente dopo un intervento al cuore che doveva essere di routine. Il modo migliore per onorare la memoria di una persona che è stato molto più di un allenatore.
Pellegrini, l'amore
Se il viaggio dei record si esaurisce nel 2009, quello di Federica continua fino al 2021 e alla quinta finale olimpica consecutiva nei 200 stile libero. La Divina non ha smesso di vincere senza però nuotare altri record del mondo ma in realtà non è stata colpa sua: il ritorno ai costumi tradizionali ha di fatto spostato indietro di parecchio la lancetta del nuoto mondiale e ci sono voluti almeno una decina d’anni per tornare ai livelli cronometrici del 2008/2009. In tutto questo Federica ha tribolato non poco per ritrovare la sua stabilità tecnica fallendo, sempre che si possa chiamare fallimento un quinto posto alle Olimpiadi, solo i Giochi di Londra nel 2012. Ci ha pensato Matteo Giunta, prima preparatore atletico, poi allenatore, fidanzato e alla fine marito, a restituirle serenità in acqua e fuori regalandole soddisfazioni tecniche fino ai Giochi di Tokyo, malgrado il maledetto anno del Covid.
Pellegrini: "Ce lo riprenderemo"
C’è stata sicuramente almeno un’altra occasione in cui la Divina ha nuotato ai livelli del 2009. Esattamente 10 anni dopo - e ha già dell’incredibile - nella finale dei campionati del mondo di Kazan, nel 2019. Fede, quasi 31enne, domina chiudendo in 1’54”22 a poco più di un secondo dal record del mondo “gommato” di dieci anni prima. Dopo la delusione di Rio 2016 (quarta), quel Mondiale doveva essere il trampolino di lancio verso l’ultima Olimpiade della carriera. Venne fuori la gara perfetta e quel tempo fece dire a Matteo Giunta che sì, era andato tutto benissimo, anche troppo: «Speriamo di non esserci giocati il jolly con un anno di anticipo». Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità della controprova perché il Covid ha cambiato le carte in tavola, facendo slittare le Olimpiadi di un anno, dal 2020 al 2021. Una mazzata per un’atleta ultratrentenne (che, tra l’altro, ha anche contratto il virus). Decisa a non mollare, la Divina ha comunque centrato la qualificazione olimpica in Primavera per poi chiudere la carriera con il settimo posto nella finale di Tokyo. Un percorso straordinario, inimitabile. Che è sicuramente finito per lei ma non necessariamente per la Pellegrini family: proprio quel 26 luglio del 2023, giorno in cui Mollie O’Callaghan le ha tolto il record dei 200 stile libero, Federica ha pensato bene di annunciare la gravidanza via social, con tanto di scritta sul pancione (in realtà ancora pancino): “We’ll take it back”. Ce lo riprenderemo. La palla passa alla piccola Matilde. Ignara, almeno per ora.