I tatuaggi per gli sportivi e il rischio antidoping

C’è un problema con cui tutti gli atleti professionisti che amano tatuarsi devono fare i conti: quello delle creme anestetiche che possono essere considerate dopanti
I tatuaggi per gli sportivi e il rischio antidoping
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Agli atleti piacciono molto i tatuaggi, ma c’è un problema cui bisogna fare i conti: quello delle creme anestetiche che possono essere considerate dopanti. A spiegarci i dettagli è Marco Manzo, tatuatore romano di fama internazionale dal suo Tribal Tattoo Studio di Roma, meta di star e sportivi internazionali: “Adesso è molto comune che una persona che si voglia fare un tatuaggio metta creme anestetiche, la legge della regione Lazio stabilisce che un tatuatore non può mettere crema anestetica su tatuaggio, il cliente la può comunque di solito applicare prima di recarsi nello studio, anche se sicuramente è importante chiedere prima al proprio tatuatore se questo può creare problemi in fase di esecuzione, infatti non tutti i tatuatori accettano creme anestetiche. Per quanto riguarda gli sportivi, non possono essere applicate creme anestetiche poiché possono essere lette come doping durante i controlli per il doping e le analisi cui sono soliti sottoporsi. È bene che tutti gli sportivi siano informati su questo, a noi capita spesso di tatuare sportivi, persone che sono state alle olimpiadi. Abbiamo clienti che le utilizzano, sicuramente lo sportivo ha delle problematiche anche per quanto riguarda gli allenamenti, per esempio il sudore eccessivo che non facilita la guarigione, noi di solito per arginare il problema utilizziamo una pellicola traspirante che va tenuta dieci giorni e cambiata a seconda delle indicazioni del tatuatore, dopo dieci giorni occorre prestare attenzione solo ad esposizione solare per altri venti giorni, e costituisce una sorta di seconda pelle permettendo alla cute la corretta traspirazione pur consentendo al tatuaggio la protezione adeguata e l’intero processo di guarigione. In questo modo riusciamo a garantire anche a sportivi agonistici un ottimo risultato nonostante i quotidiani allenamenti che costituiscono chiaramente la quotidianità di questo tipo di utenti. Sappiamo che comunque la sudorazione eccessiva non aiuta, in alcuni casi c’è bisogno di qualche ritocco dopo la guarigione”.

Manzo dà diversi consigli agli atleti: “Moltissimi campioni delle Olimpiadi scelgono di dedicare un tatuaggio a questo importante traguardo: dai cerchi alle discipline stesse; di recente abbiamo infatti tatuato una campionessa di Triathlon con il logo dello sport in questione. Anche le persone comuni, appassionate di sport e non necessariamente atleti in prima linea, scelgono di tatuarsi qualcosa che rappresenti per loro un’emozione data da quella particolare passione: lo scudetto calcistico, lo stemma della propria squadra del cuore o anche ritratti e nomi dei propri idoli, dal calcio al basket internazionale. Non mancano tra i tifosi coloro che richiedono di poter riprodurre il tatuaggio del proprio calciatore preferito ma in questo caso siamo soliti sconsigliare tale pratica poiché secondo la nostra filosofia, il tatuaggio deve rappresentare qualcosa di unico e di strettamente personale. Ma soprattutto il consiglio che rivolgiamo sempre a tutti coloro che decidono di tatuarsi per la prima volta è di rivolgersi sempre e solo a studi autorizzati e a professionisti del settore che possano garantire un buon risultato e la massima sicurezza nell’esecuzione”.


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