Pogacar duro sul doping: "Sarebbe stupido, non voglio ammalarmi"

Alla vigilia del Giro di Lombardia il fuoriclasse sloveno ha risposto a una domanda sui sospetti che lo riguardano: cos'ha detto
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ROMA - "Ci saranno sempre gelosie e sospetti, non posso farci nulla". Così Tadej Pogacar, dominatore dell'annata ciclistica, ha risposto alla vigilia del Giro di Lombardia a una domanda sui sospetti di doping che lo riguardano. "Sarebbe stupido mettere a rischio la propria salute per 10 anni di carriera - ha detto il campione del mondo -. Storie di dominio ce ne sono ovunque, negli affari come nello sport. Dura qualche anno, finché non arriva un nuovo talento. Se metti a rischio la tua salute per 10 anni di carriera, è come buttare via la tua vita: non voglio correre il rischio di ammalarmi".

Giro di Lombardia, alla vigilia Pogacar duro sul doping

"Il ciclismo è vittima del suo passato, quando i corridori facevano di tutto per essere i migliori, anche a costo di rischiare la salute e la vita - ha detto ancora il Pogacar-. Non solo i vincitori. Corridori di cui non conosciamo nemmeno il nome oggi hanno problemi di salute o psicologici a causa di ciò che hanno preso 30 anni fa". Secondo il 26enne fuoriclasse slovono che quest'anno ha vinto Giro, Tour e Mondiale, "il ciclismo sta soffrendo per quegli anni. Verso questo sport non c'è fiducia e non so cosa possiamo fare per riconquistarla. Dobbiamo solo correre le nostre gare e sperare che la gente cominci a credere in noi. Ma ci sarà sempre un vincitore e il vincitore è colui che sta sotto i riflettori ed è sospettato di essere un imbroglione. Forse tra qualche generazione la gente dimenticherà il passato, dimenticherà Armstrong e quello che stava facendo all'epoca. Il nostro è uno sport già abbastanza pericoloso così com'è con gli incidenti, i limiti che non si possono superare per il cuore. Se metti a rischio la tua salute per una carriera di dieci anni, è come buttare via la tua vita, è stupido - ha concluso Pogacar -. Non voglio correre il rischio di ammalarmi un giorno".


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