ROMA - Serata di gala, ospiti illustri, location elegante e suggestiva. Gli Italian Padel Awards sono diventati a tutti gli effetti il "Pallone d'Oro" di questo sport, tanto per citare le dichiarazioni del presidente della Federazione Internazionale Padel, Luigi Carraro: «L'ho definito così a ragione. Questa terza edizione dimostra che quando le cose si fanno con passione, serietà e costanza, poi i risultati si vedono. Lo posso dire per l'entusiasmo che percepisco in chi riceve e ambisce il premio. In giro per il mondo tutti i giocatori e le giocatrici più importanti hanno il desiderio di ottenere questo riconoscimento». Sì, perché questa ricorrenza annuale, oltre a confermare il nostro Paese come un punto di riferimento mondiale di questa disciplina, è diventato ormai un obiettivo per chi pratica questo sport.
Italian Padel Awards, i premi
Giunta alla sua terza edizione, la cerimonia - organizzata dal Corriere dello Sport e celebrata ieri sera nel suggestivo scenario della Sala delle Armi del Foro Italico - è stata un susseguirsi di emozioni, alla presenza di figure istituzionali, grandi campioni affermati, insieme a giovani promesse che assicurano la continuità di uno sport che ha conquistato tutto il mondo in tempi record. Con la moderazione sul palco del Content Director Alessandro Lupi, sono stati assegnati premi in otto differenti categorie, dalle Legend (Martin Di Nenno, Miguel Lamperti e Marta Ortega), fino ad arrivare agli Ambassador, passando per Italians, Rising Star, Club, Content, Innovation ed Event. Ogni premiazione è stata accompagnata da filmati celebrativi e approfondimenti sulla crescita del padel a livello globale e ancora più nel nostro Paese, con l'obiettivo di raggiungere il livello della Spagna, al momento di un altro pianeta.
Le parole del Presidente Binaghi
Su questo argomento si è soffermato in particolare il presidente FITP Angelo Binaghi, chiamato immediatamente sul palco dal direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni: «Il padel - ha spiegato - è un fenomeno incredibile, che abbiamo avuto l'onore di guidare in questi dieci anni, da quando lo ereditammo dal presidente Gianni Petrucci. La sua crescita è stata veramente eccezionale, però adesso vorremmo trasformarlo radicalmente e non limitarci a vedere sempre così tanta gente appassionata. Occorre qualcuno in più che vinca, così come accade nel tennis, e sono convinto che ce la faremo, perché non ci manca niente. Sotto questo punto di vista ci diamo 4-5 anni. Già adesso siamo i primi degli ultimi arrivati, ma per essere competitivi con colossi come Spagna o Argentina occorre una generazione di giocatori che non si avvicinano al padel solo perché sono stati buoni atleti nel tennis, ma che lo scelgono dall'inizio della loro carriera, sostenuti forte della federazione».
L’obiettivo del movimento padel
È questo inevitabilmente il grande sogno, quello di colmare il gap esistente. Una domanda che sistematicamente viene posta da quando questo sport ha iniziato a entrare a far parte del tessuto sociale italiano e che rappresenta il vero obiettivo, per associare anche dei riconoscimenti internazionali a un movimento così massiccio e capillare, che riesce a conquistare chiunque. E che vede l'Italia sempre più al centro, come confermato ancora una volta dal successo degli Italian Padel Awards.