"Seydou, il sogno non ha colore": a Venezia il docufilm con Totti e Dybala

Alla mostra di Venezia presentata la storia del protagonista del film "Io capitano" di Garrone, prodotto in collaborazione con Lega Serie A
Chiara Zucchelli
3 min

ROMA - Come fai a odiare qualcuno che non conosci? È una delle frasi più importanti e significative di "Seydou, il sogno non ha colore", il film documentario presentato a Venezia e diretto da Simone Aleandri. In onda domani (3 settembre) su Rai3, prodotto da Wonder Project in collaborazione con Lega Serie A, racconta la storia di Seydou Sarr, il protagonista del film di Matteo Garrone "Io Capitano": il ragazzo si divide tra campo e set, ha il dono dell'arte ma sogna di correre dietro al pallone. Calcio e vita, palco e realtà nella location più patinata che ci sia: tutto questo è Seydou che a Venezia si è svelato senza filtri.

A Venezia il messaggio contro il razzismo

Mentre le immagini di Brad Pitt e George Clooney che ballano e scherzano sul red carpet fanno il giro del mondo, il giovane ed emozionato Sarr è a Venezia anche nelle vesti di testimonial della campagna "Keep Racism Out" contro il razzismo nel calcio, partita lo scorso 30 agosto e che proseguirà per tutto il campionato. «Il calcio è sempre stato il mio sogno - ha detto -. Essere un capitano significa avere grande responsabilità, essere un buon esempio, come una madre lo è per la sua famiglia; e l’esempio che vuole dare questo documentario è quello di essere un punto di partenza nella lotta al razzismo, tenere alta l’attenzione perché si continui a parlarne».

Seydou insieme a Dybala e a Totti

Lui lo ha fatto e lo farà accompagnato da amici d'eccellenza: Seydou attraversa l'Italia e si confronta con calciatori come Adli, Banda, Danilo, Dybala, Messias e Okoye e con leggende del calibro di Francesco Totti e Ciro Ferrara. Il viaggio non è solo fisico perché l'attore che sogna di diventare calciatore chiede di conoscere le loro storie e racconta la sua. Il razzismo è attore non protagonista, ancora radicato nella società: gli insulti in stazione, in strada, i commenti sui social e l'orrore di come il calcio, a volte, sia diventato lo scenario di questa forma di discriminazione. Seydou diventa il testimonial ideale della lotta di chi vuole essere giudicato per le azioni e il talento e non per il colore della pelle. Scontato? A parole forse sì, ma poi la realtà è un'altra cosa.

A Fregene ospite della mamma di Garrone

E la sua oggi è quella di un attore che da un anno gira il mondo, notte degli Oscar compresa, ma poi torna sempre a Fregene dove per un anno lo ha ospitato la mamma di Garrone: «Io sono sempre lo stesso ragazzo del Senegal che sogna di fare il calciatore e sa di avere qui in Italia la grande occasione». Se succederà può saperlo solo il destino, intanto ieri Seyodu si è goduto il Lido con Paolo Del Brocco, il produttore di Rai Cinema, che lo sostiene da mesi insieme a tutto il film, e la Lega Serie A. In sala anche il nostro direttore, Ivan Zazzaroni. Il messaggio è rivolto, soprattutto, alle giovani generazioni perché è solo formando gli uomini di domani che le cose potranno realmente cambiare. Arriverà il giorno in cui "Come fai ad odiare qualcuno che non conosci?" non solo avrà una risposta, ma non sarà più neppure una domanda.


© RIPRODUZIONE RISERVATA