Pozzecco, resti coach e non diventi un'attrazione

Pozzecco, resti coach e non diventi un'attrazione© Mattia Ozbot / Ciamillo-Castoria
Andrea Barocci
3 min

Pozzecco, lei sin da bambino ha accettato tutte le sfide che la vita e il basket le hanno posto davanti. Molte le ha vinte, in altre ha dovuto arrendersi ad un carattere, il suo, che con orgoglio ha sempre rifiutato di modificare. 

Ma la sfida che le si prospetta da qui ai prossimi mesi non è soltanto difficile: è anche costellata di “trappole”, alcune particolarmente infide. Essere chiamato a meno di tre mesi dagli Europei a prendere il posto di un tecnico di assoluto valore come Sacchetti, capace di conquistare l’accesso alle ultime Olimpiadi con una squadra non particolarmente stellare, e farla poi diventare una bella sorpresa ai Giochi, è già di per sé compito arduo. Specie se si pensa alle ragioni e alla tempistica  
dell’“esonero” di Meo...  
Quello che deve temere davvero è ben altro. 
Perché è probabile che da lei, per decenni il più conosciuto ed amato personaggio del basket italiano, qualcuno si aspetti (magari pretenda) il ruolo di grande comunicatore: uno che con il suo passato, il suo carattere e le sue dichiarazioni simpatiche, divertenti, spiazzanti, rimetta la Nazionale sotto i riflettori. E tutto ciò essendo semplicemente Pozzecco; come ai vecchi tempi da giocatore.  
Ecco, è in quei momenti caro Poz che deve ricordarsi di un fatto incontrovertibile: lei è un allenatore. Un bravo allenatore, come dimostrano i trofei della Supercoppa e della Fiba Europe Cup vinti con Sassari. Per diventare tale ha lavorato duramente: in alcuni casi non è riuscito a tenere a bada quel suo famoso carattere andando fuori dalle righe, più spesso ha saputo calarsi bene nel compito che le era stato assegnato, ripagando la fiducia ricevuta.  
Certo, da tecnico non ha esperienza per ciò che riguarda Europei, Mondiali e, gliele auguriamo, Olimpiadi; alcuni dei suoi azzurri più noti hanno raggiunto la classica “certa età”; e attorno a lei, dietro i sorrisi di facciata, potrebbero nascondersi perplessità e scetticismo. 
Adesso comunque lei è diventato ct azzurro: affronti l’avventura con lo stesso entusiasmo e la stessa carica di quando faceva impazzire i play avversari. Però non perda tempo ad essere personaggio a tutti i costi per riportare la Nazionale in Tv e sui giornali. Lei ha acquisito credito e prestigio con il suo lavoro da coach: li utilizzi come ha dimostrato di saper fare. Tutto il resto lo lasci ad altri.


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