Trapani, l'intervista ad Alibegovic: "Il nostro fuoriclasse è Repesa"

L'ala forte degli Shark racconta la crescita del club di Antonini e svela i segreti di un'annata super: «Nessun traguardo è precluso»
Trapani, l'intervista ad Alibegovic: "Il nostro fuoriclasse è Repesa"© CIAMILLO
Fabrizio Fabbri

Dici Alibegovic e dici basket. Perché papà Teo e mamma Lejila Muftic, già campioni nello sport della palla a spicchi, hanno messo al mondo tre pargoli che, attualmente, dominano il panorama italiano. Il più famoso è Amar, quello di mezzo, che con la sua Trapani sta facendo sognare la Sicilia intera.

Amar, dal suo arrivo in A2 lo scorso campionato alla sfida che vi aspetta a Bologna in casa della Virtus per il primo posto, è una scalata da brividi.

«Il progetto che il presidente Antonini mi aveva illustrato, quando accettai di firmare per Trapani, era solido, serio, con vista sul futuro. Ma di bruciare così velocemente le tappe non ci credeva nessuno. Anzi, direi solo lui. Poi però dopo la promozione, pur da neofita, ha fatto scelte giuste. Una squadra equilibrata e con talento affidata al vero grande fuoriclasse del gruppo: Repesa. Il coach è il valore aggiunto».

Avete smentito chi diceva che sareste stati troppi galli in un pollaio.

«Nella scelta dei giocatori è stato privilegiato il lato tecnico ma anche quello umano. E se qualcuno ha fatto un po’ di resistenza, per lasciare da parte l’io a vantaggio del noi, ci ha pensato Jasmin. Ci ha fatti salire tutti sulla stessa barca, trattandoci in modo uguale. Un ambiente così, nella mia carriera, l’ho vissuto solo nel primo anno alla Virtus Bologna».

Quando ha vinto lo scudetto.

«Già, perché si è creata quell'unione che avverto anche qui. Io penso che nessun traguardo ci può essere precluso. Le sensazioni che provo sono molto simili, anche se sappiamo bene che i playoff saranno una storia a parte».

Pensare che dopo la sconfitta contro Trieste in Coppa Italia sembrava che il giocattolo potesse rompersi.

«Quella sera a Torino rimane un momento, anche se negativo, importante. Lì abbiamo non abbiamo mostrato il nostro volto giocando divisi. Una delusione forte che però è servita a capire che direzione avremmo dovuto prendere».

Ora è quella che vi porterà a Bologna a sfidare la Segafredo per il primo posto. Per lei sarà una grande emozione.

«Ho vinto in bianconero lo scudetto, nella squadra allenata da Djordjevic e composta da grandi campioni. Quando ci sono incontri così faccio un grande lavoro su me stesso per normalizzare le emozioni, tenerle a bada e concentrarmi su me stesso, i compagni e gli avversari. Senza farmi travolgere dai ricordi».

Mirza, suo fratello più grande ha conquistato la promozione in A con Udine. Denis, il piccolo, guida Treviglio in B nazionale. Siete una famiglia vincente.

«Il sangue che ci scorre nelle vene è quello di mamma e papà che ci hanno insegnato a lottare nella vita e sul parquet. I nostri risultati sono la moneta con cui ripaghiamo tutto ciò che hanno fatto per noi».


Acquista ora il tuo biglietto! Segui dal vivo la partita.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cosa significa la vittoria di domenica su Milano.

«Siamo protagonisti di questa stagione dalla prima giornata. Da neopromossi abbiamo subito fatto un gran rumore mostrando di non avere mai paura di nessuno. Dovrà essere così anche nei playoff. La chiave sarà non snaturarci e continuare a giocare come Repesa vuole».

Per non lasciare nulla al caso Antonini vi ha regalato il centrone Ogbeide al posto di Pleiss.

«Derek aumenta di tanto la nostra fisicità e ci consente di avere due volti differenti a seconda degli avversari. Uno più fisico e un altro più dinamico. Il suo arrivo, non è un caso, ha aumentato la competitività anche durante gli allenamenti. Guardate che finale di stagione sta facendo Horton. Se vogliamo arrivare alla fine c’è bisogno di tutti. Più siamo e meglio stiamo».

Cosa significa poter spalancare a Trapani le porte dell'Europa?

«Che ci arrampichiamo su un gradino sempre più in alto. Sono arrivato per conquistare la A. Missione compiuta. Il primo obiettivo da neopromossa erano i playoff: li affronteremo da prima o da seconda. L’Europa aprirà una nuova dimensione agli Shark e a tutta la Sicilia».

Non solo campionato. Finita la stagione dei club inizierà quella delle nazionali.

«Con la mia Bosnia Erzegovina siamo nel girone dell'Italia. 31 agosto, ho la data cerchiata sul calendario. Noi vogliamo andare avanti e quel giorno i ragazzi che affronterò, con molti ho giocato insieme, saranno avversari da sconfiggere».

I trapanesi la perdoneranno?

«Certo. Sono uno di loro ormai. È una città pazzesca questa, popolata di gente fantastica. Se sono a prendere un caffè mi travolgono d’affetto, quando vado al supermercato devo far valere la mia stazza perché vorrebbero farmi passare avanti e saltare la fila. La gente del posto mi travolge d’amore, come tutti quelli che vengono a vederci in trasferta e a cui facciamo respirare l’aria di una Sicilia bella e vincente. Vorremmo regalar loro un sogno. Quello di cui Valerio parla sempre. Noi siamo pronti». 


Acquista ora il tuo biglietto! Segui dal vivo la partita.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dici Alibegovic e dici basket. Perché papà Teo e mamma Lejila Muftic, già campioni nello sport della palla a spicchi, hanno messo al mondo tre pargoli che, attualmente, dominano il panorama italiano. Il più famoso è Amar, quello di mezzo, che con la sua Trapani sta facendo sognare la Sicilia intera.

Amar, dal suo arrivo in A2 lo scorso campionato alla sfida che vi aspetta a Bologna in casa della Virtus per il primo posto, è una scalata da brividi.

«Il progetto che il presidente Antonini mi aveva illustrato, quando accettai di firmare per Trapani, era solido, serio, con vista sul futuro. Ma di bruciare così velocemente le tappe non ci credeva nessuno. Anzi, direi solo lui. Poi però dopo la promozione, pur da neofita, ha fatto scelte giuste. Una squadra equilibrata e con talento affidata al vero grande fuoriclasse del gruppo: Repesa. Il coach è il valore aggiunto».

Avete smentito chi diceva che sareste stati troppi galli in un pollaio.

«Nella scelta dei giocatori è stato privilegiato il lato tecnico ma anche quello umano. E se qualcuno ha fatto un po’ di resistenza, per lasciare da parte l’io a vantaggio del noi, ci ha pensato Jasmin. Ci ha fatti salire tutti sulla stessa barca, trattandoci in modo uguale. Un ambiente così, nella mia carriera, l’ho vissuto solo nel primo anno alla Virtus Bologna».

Quando ha vinto lo scudetto.

«Già, perché si è creata quell'unione che avverto anche qui. Io penso che nessun traguardo ci può essere precluso. Le sensazioni che provo sono molto simili, anche se sappiamo bene che i playoff saranno una storia a parte».

Pensare che dopo la sconfitta contro Trieste in Coppa Italia sembrava che il giocattolo potesse rompersi.

«Quella sera a Torino rimane un momento, anche se negativo, importante. Lì abbiamo non abbiamo mostrato il nostro volto giocando divisi. Una delusione forte che però è servita a capire che direzione avremmo dovuto prendere».

Ora è quella che vi porterà a Bologna a sfidare la Segafredo per il primo posto. Per lei sarà una grande emozione.

«Ho vinto in bianconero lo scudetto, nella squadra allenata da Djordjevic e composta da grandi campioni. Quando ci sono incontri così faccio un grande lavoro su me stesso per normalizzare le emozioni, tenerle a bada e concentrarmi su me stesso, i compagni e gli avversari. Senza farmi travolgere dai ricordi».

Mirza, suo fratello più grande ha conquistato la promozione in A con Udine. Denis, il piccolo, guida Treviglio in B nazionale. Siete una famiglia vincente.

«Il sangue che ci scorre nelle vene è quello di mamma e papà che ci hanno insegnato a lottare nella vita e sul parquet. I nostri risultati sono la moneta con cui ripaghiamo tutto ciò che hanno fatto per noi».


Acquista ora il tuo biglietto! Segui dal vivo la partita.© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Trapani, l'intervista ad Alibegovic: "Il nostro fuoriclasse è Repesa"
2
Pagina 2