E Beppe Marotta andò alla guerra

E Beppe Marotta andò alla guerra© ANSA
Ivan Zazzaroni
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Beppe Marotta io lo capisco. Fino a ieri mattina ha tentato di convincere la lega ad anticipare Napoli-Inter, spostando Juve-Milan: sperava di guadagnare un giorno, non una vita, visto che la sua squadra ha un fittissimo calendario iniziale, decisamente più impegnativo di quelli delle altre semifinaliste di coppa Italia. Purtroppo per lui, ha trovato l’opposizione di tre su quattro. Nei mesi del lockdown l’amministratore delegato interista, che si definisce “democristiano andreottiano”, ovvero uomo del dialogo, della mediazione e di compromessi non proprio storici ma ugualmente segnalabili, è stato il più attivo dispensatore di obiezioni e riserve sulla ripartenza «per ridurre i rischi per la salute dei calciatori» (dice). Per i presidenti di federcalcio e lega ha rappresentato una delle tre o quattro fastidiosissime spine nel fianco che con sforzi indicibili sono però riusciti a estirpare, anche se non del tutto: la puntina è sempre conficcata.

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