Tonali ha scommesso sul Milan, ora cerca l'accordo: quanto rischia di squalifica. Tutte le ipotesi

Potrebbe anche non scattare l’illecito sportivo. Gli avvocati: "Pronti a collaborare"
Giorgio Marota
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L’ ammissione di colpa è l’anticamera del patteggiamento. Sandro Tonali s’è convinto a compiere il passo decisivo verso l’accordo con la procura della Figc che lo condurrà verso una squalifica, probabilmente abbastanza lunga da macchiare la sua promettente carriera ma non così pesante da stroncarla. Nell’incontro di domenica pomeriggio con il procuratore Giuseppe Chiné il centrocampista ha ammesso senza ulteriori indugi le proprie responsabilità: «Sì, ho scommesso su piattaforme illegali» è stata la sua prima rivelazione. Ma è con la seconda che negli uffici di Via Campania sono letteralmente sobbalzati dalla sedia: «Sì, ho scommesso anche su partite del Milan». Le indiscrezioni dei giorni scorsi, quindi, sembrano confermate.

Quanto chiedono i legali di Tonali e quanto rischia il giocatore

Tonali ha assicurato agli inquirenti sportivi di non aver mai organizzato una combine. E di non aver, quindi, scommesso con l’intenzione volontaria di alterare un risultato. Sostiene viceversa di aver puntato tanti soldi (milioni...) su fatti marginali come le ammonizioni, i tiri e quelle altre situazioni che a suo dire non impatterebbero direttamente sull’andamento di un match. Ma il codice di giustiza sportiva potrebbe pensarla diversamente: configura infatti come illecito sportivo, all’articolo 30, «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica». Sandro rischierebbe, in questo senso, almeno 4 anni di stop. Secondo quanto filtra, al momento però non ci sarebbero gli estremi per arrivare a una contestazione così grave, anche se l’indagine è appena cominciata. Ecco perché il suo team di legali sarebbe pronto a offrire al procuratore Chiné la seguente proposta: un anno di squalifica, più 5 o 6 mesi di pena riabilitativain stile Fagioli”, cioè con una serie di incontri previsti nelle scuole calcio e con le società di base oltre a un percorso terapeutico che l’ex rossonero sostiene già di aver cominciato grazie al supporto degli specialisti. Dopo aver interrogato Tonali, Chiné ha subito avvisato i colleghi di Torino; i quali, due giorni fa, hanno chiesto al ragazzo di confermare quelle deposizioni e di fornire ulteriori dettagli. L’interrogatorio è stato molto approfondito, tanto da durare tre ore e mezza. Le puntate di Tonali sui siti illegali (due tra questi sono stati chiusi solo ieri mattina) sono state molteplici, e in un arco temporale di carriera che comprenderebbe gli ultimi 4 anni. Al centro di certi traffici ci sarebbe un negozio di lusso a Milano, dove Fagioli comprava i rolex per ripagare i debiti di gioco. Lì è passato, spesso, pure l’ex milanista. «Nell’ambiente si diceva che aveva molti debiti» racconta Nicolò nella sua audizione. Pieno sostegno è arrivato dal Newcastle: «Sandro continuerà a collaborare con tutte le autorità competenti. Lui e la sua famiglia continueranno a ricevere il pieno sostegno del club», ha scritto il club inglese in una nota. «Ha chiarito in modo esauriente la sua posizione, fornendo altresì piena collaborazione alle autorità inquirenti» hanno fatto invece sapere ieri i suoi avvocati Feno e Scaccabarozzi. E quando i legali parlano di «dare seguito positivo al precorso già intrapreso» fanno riferimento proprio a quella volontà di patteggiare che da ieri sta prendendo forma.


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