Balata: «Il calcio che si internazionalizza sempre più rischia di ledere il nostro movimento»

Partecipando a un convegno organizzato all'Università degli studi di Sassari, il numero uno di Lega B torna sui rischi di un movimento sempre più a vantaggio solo dei grandi club. «Se tutti gli interessi si spostano verso le competizioni internazionali, c'è un impatto negativo evidente su quelle nazionali con una perdita di valore economico della produzione interna pari al 55%. Tutto ciò non si limita solo al mondo del calcio che alimenta il 40% circa di tutto lo sport system italiano»
Balata: «Il calcio che si internazionalizza sempre più rischia di ledere il nostro movimento»
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Il presidente della Lega Serie B Mauro Balata relatore all'Aula Magna dell'Università degli Studi di Sassari nell'ambito del convegno “Il calcio italiano fra attualità e futuro. Quali prospettive?”.  L'evento, organizzato in collaborazione col Panathlon Club Sardegna, dall'Ordine dei giornalisti Sardegna e moderato da Giorgio Fresu, ha consentito alll'avvocato sassarese di tenere una vera e propria Lectio magistralis sugli scenari del calcio italiano dinanzi a numerose autorità istituzionali, dirigenti sportivi, procuratori, allenatori e giornalisti, facendo luce sulle ripercussioni domestiche di un movimento che vede sempre più comprimere gli spazi a vantaggio esclusivo di eventi internazionali: “In un’intervista del 2023 con Sport Business parlai di questo rischio di gigantismo e monopolio, con conseguente concentrazione del potere e della ricchezza nelle mani di pochi perché sapevamo che erano state messe in cantiere, poi approvate, delle riforme a livello europeo e mondiale che hanno poi dato luogo alle grandi competizioni sovranazionali. Queste, in qualche modo, sono state una risposta al progetto della Superlega, nato e poi bocciato grazie a interventi di politici, grandi calciatori del passato e tifosi stessi, soprattutto in Inghilterra», ha sottolineato il numero uno della seconda Lega professionistica del calcio italiano, rimarcando come la Serie B sia arrivata fino a Bruxelles per cercare di capire come questo genere di progettualità impatti sull'attività complessiva del nostro movimendo sportivo, avendo come cornice sempre i principi del diritto dello sport europeo, propri anche della B.

COMPETIZIONI INTERNAZIONALI E SPORT DOMESTICO - Analizzando lo stato dell’arte è emerso che sarebbe opportuno, nel momento in cui s'incrementano in maniera consistente il numero di competizioni e di gare, un confronto con tutte le componenti che, con grandi sacrifici, portano avanti le competizioni nazionali. “Nei calendari delle competizioni italiane, europee, mondiali – sottolinea Balata – ci sono degli spazi programmati. Tali spazi stanno diventando sempre più affollati col rischio di una mancanza di equilibrio. Per cui, se tutti gli interessi si spostano verso le grandi competizioni internazionali e le loro iniziative, sia pure legittime, c'è un impatto per le competizioni nazionali. In particolare, il presidente della Liga Javier Tebas, attraverso uno studio commissionato a KPMG, ha stimato una perdita di valore economico della produzione interna del calcio pari al 55%. Tutto ciò non si limita solo al mondo del calcio perché il calcio, attraverso il pagamento dei tributi, alimenta anche il 40% circa di tutto lo sport system italiano”.    

RISORSE ADEGUATE - Balata ha quindi evidenziato come una mancanza di risorse adeguate non permetterebbe neanche a tanti giovani di affacciarsi al mondo dello sport e del calcio, “un presidio di legalità" anche a livello sociale. Venendo al momento storico in cui versa il calcio italiano, il presidente della Lega B ha ribadito il grido d’allarme di fronte a un quadro di perdita competitiva che incide a cascata su tutto il sistema. “Da anni ritengo che il calcio sia un formidabile moltiplicatore di benessere sociale ed economico a beneficio della comunità, avendo come punti di riferimento fondamentali i superiori principi del merito sportivo, dell’equa competizione e della solidarietà. Il nostro è un calcio bellissimo e lo abbiamo sempre portato in giro per il mondo con grande orgoglio”.

VALORIZZAZIONE DEI TALENTI ITALIANI - Da qui, un’analisi sulla politica adottata dalla Lega B in tema di valorizzazione del patrimonio calcistico italiano che, attraverso il minutaggio effettivo, ha portato ad avere circa il 73% di italiani nella Serie BKT e oltre il 90% nella Primavera 2. Ad avvalorare tutto ciò, nel corso della stagione è accaduto anche che diverse squadre schierassero 11 calciatori su 11 italiani: è la dimostrazione di un impegno portato avanti con grande passione, ma anche con grandi sforzi e sacrifici da parte di tutte le società di B per alimentare le nazionali.
Un percorso che da anni dà i suoi frutti, ma che necessita al contempo di sostegno e implementazioni. Dando, per esempio, uno sguardo alle recenti convocazioni in Under 21, circa il50% degli “Azzurrini” proviene da società della Serie BKT, mentre il campionato diventa sempre più appassionante e imprevedibile: i dati Opta riportano che “il Campionato degli Italiani” ha fatto registrare la media gol più alta delle ultime stagioni (2,52) nonché la percentuale più bassa in Europa di vittorie in casa (37%). Un boom che ha raggiunto il suo apice nel corso del post-season, con circa 184.000 tifosi totali tra playoff e playout.

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