Un calcio meno rapido, secondo la critica superficiale.
«Più lento? Ma se in quel periodo la serie A aveva i giocatori più forti al mondo, due per squadra! L’80%, ma anche il 90, di altissimo livello. Erano autentici maestri per i più giovani. Gli stranieri costituivano un arricchimento non solo per lo spettacolo. E aggiungo che i difensori sapevano fermare l’avversario, oggi non ce n’è uno capace di marcare in area, le eccezioni sono rarissime, Buongiorno, Hien. Con un marcatore forte e veloce come Vierchowod potresti difendere a 2, 3, 4, 5. Pietro recuperava tutto. Nella Roma dello scudetto aveva di fianco la buonanima di Di Bartolomei. Grande visione, Ago, e testa straordinaria, ma anche il vantaggio di potersi permettere l’errore, tanto c’era l’altro che rimediava».
L’offesa più grave che si può recare a un allenatore è dargli del difensivista.
«L’altro giorno l’Arsenal ha costretto l’Inter ad abbassarsi per un tempo, vogliamo dare del difensivista anche a Inzaghi? La sua squadra è una delle poche che tentano di imporre continuamente il gioco...».
In radio ti ho sentito difendere con sorprendente energia la figura di Mourinho.
«È stato la Roma, tutta la Roma, per due anni e mezzo. Ha vinto una coppa, un’altra gliel’hanno rubata, ha portato i giocatori più importanti: Dybala, Matic, Lukaku. E a ogni partita c’erano 70mila tifosi all’Olimpico. L’Inter dell’indimenticabile triplete è la sua, non di altri, le ho visto fare partite esaltanti. Col Real vinse con la miglior difesa e il miglior attacco. E poi uno che a sessant’anni, con 40 gradi all’ombra, va a vedere la Primavera merita tutta l’attenzione e il rispetto possibili. Perché ha ancora il fuoco dentro. Anche De Rossi e Juric hanno sofferto di isolamento societario. Ivan a Verona e Torino aveva fatto grande calcio, ha avuto una straordinaria opportunità, ma non se l’è potuta giocare bene. Ranieri mi sembra la scelta perfetta per il momento che la squadra attraversa».