I campioni del mondo 2006 allenatori precari: la situazione dopo l'esonero di Nesta

Molti dei giocatori che componevano la rosa a disposizione di Lippi, nella trionfale spedizione in Germania, non stanno trovando altrettanta fortuna in panchina
I campioni del mondo 2006 allenatori precari: la situazione dopo l'esonero di Nesta

Con l'esonero di Alessandro Nesta da parte del Monza, si allunga la striscia degli allenatori esonerati tra i reduci di Germania 2006. Il ct di quell'Italia campione del Mondo, Marcello Lippi, aveva pronosticato loro un gran futuro: "Una volta terminata la loro carriera avevano già una predisposizione naturale a fare l’allenatore". Eppure dallo stesso Nesta a Gilardino, da De Rossi a Gattuso, passando per Cannavaro, Pirlo, Oddo e Grosso, questa predisposizione non è ancora emersa, o lo ha fatto solamente in parte.

Alessandro Nesta

La carriera da allenatore di Nesta inizia dall'altra parte dell'Oceano: in Canada studia da tecnico a Montreal, ma è in Florida che per la prima volta siede in panchina, alla guida del Miami Fc, con il quale vince la regular season della Nasl, prima di essere eliminato in semifinale dai mitici Cosmos di New York. Nel 2018 è il Perugia, in Serie B, la sua prima squadra italiana, con la quale rimedia due amare eliminazioni al primo turno dei playoff promozione. Playoff ancora amari sulla panchina del Frosinone, quando cede il passo allo Spezia per il miglior piazzamento. Esonerato nella stagione successiva riparte dalla Reggiana, con la quale chiude a centroclassifica, prima della chiamata del Monza. L'ultimo posto, orma ad un passo dalla fine del girone di andata, lo condanna all'esonero.


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Alberto Gilardino

Gilardino muove i primi passi da allenatore nelle serie inferiori: la sua prima squadra è il Rezzato, esperienza che gli apre le porte della Pro Vercelli e del professionismo. Torna in Serie D alla guida del Siena, perde in semifinale dei playoff promozione, ma conquista comunque la Serie C grazie al ripescaggio, prima di essere esonerato a fine ottobre e nonostante i discreti risultati. Chiamato ad allenare il Genoa Primavera, si ritrova catapultato in prima squadra dopo il divorzio da Blessin e guida i rossoblu alla promozione in Serie A con due turni di anticipo e l'anno successivo alla salvezza con addirittura cinque giornate di margine. L'avvio stentato della stagione in corso gli costa il posto, nonostante l'alibi di un mercato non all'altezza.


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Daniele De Rossi

De Rossi cresce sotto l'ala protettrice di 'Mamma Italia', entrando a far parte dello staff della Nazionale guidata da Roberto Mancini e partecipando al trionfo di Euro 2020. Il suo primo vero incarico però è alla Spal, in Serie B, dove resta da ottobre a febbraio, quando viene esonerato dopo aver ottenuto solamente tre vittorie in diciassette partite. Undici mesi dopo arriva la chiamata della 'sua' Roma, per prendere il posto di José Mourinho. De Rossi accetta e chiude dignitosamente la stagione, guadagnandosi la fiducia della proprietà, che gli prolunga il contratto. Fiducia revocata però già a settembre, con l'esonero dopo un difficoltoso inizio di campionato.


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 Gennaro Gattuso

Per Gattuso sono ormai undici anni di panchine, per una prima parte di carriera che lo ha portato ovunque, da Palermo, dove ha iniziato, all'Ofi Creta, poi il Pisa, dove ottiene la promozione in B, ma anche la successiva retrocessione, il Milan, passando dalla Primavera e, dopo l'esonero di Montella, in prima squadra, sfiorando qualificazioni in Champions e trofei, ma restando a mani vuote. A Napoli vince il suo primo titolo da allenatore, battendo in finale di Coppa Italia la Juventus. Quindi, dopo aver sfiorato la Fiorentina, ed essersi preso un anno sabbatico, riparte da Valencia, poi a Marsiglia ed ora a Spalato, come allenatore dell'Hajduk, lanciato verso la conquista dello scudetto.


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Andrea Pirlo

"Non farò mai l'allenatore", aveva assicurato Il Maestro Pirlo quando ancora calcava i campi, invece si è ritrovato in panchina anche lui. E molto prima di quanto chiunque potesse immaginare. Perché fresco di patentino di Serie C, ottiene dalla Juventus l'incarico di guidare l'Under 23, ma l'esonero di Sarri lo proietta direttamente in prima squadra. Ottenuta l'abilitazione a Coverciano, vive la stagione che vede abdicare i biaconeri dopo nove titoli consecutivi, ma porta comunque a casa la Supercoppa Italia e la Coppa Italia. Trofei che non gli valgono però la conferma e la scelta successiva è sorprendente, perché lo porta in Turchia all'impronunciabile Fatih Karagumruck. Risolverà il contratto prima della termine della stagione, con la squadra a centroclassifica. Tornato in Italia, allena la Samp, appena retrocessa in Serie B, centrando i play-off, ma finendo subito fuori. Confermato senza troppa convinzione, viene esonerato dopo tre giornate della stagione corrente.


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Fabio Cannavaro

Tutta la prima parte della carriera di Fabio Cannavaro da allenatore segue vie esotiche, lontane dai riflettori del grande calcio. Dopo un'esperienza da vice-allenatore con i sauditi dell'Al-Ahli, viene chiamato dal suo mentore Marcello Lippi alla guida del Guangzhou Evergrande, in Cina. Esonerato, fa ritorno in Arabia Saudita, per allenare l'Al-Nassr, dove però rimedia un nuovo licenziamento. Riparte nuovamente dalla Cina, con l'esperienza al Tianjin Quanjian e il bis all'Evergrande, prima di una breve parentesi quale commissario tecnico ad interim della Nazionale cinese, prendendo il posto di Lippi. Infine, dopo un lungo stop, Cannavaro torna in panchina con il Benevento, per un'esperienza che si conclude con l'esonero, ultima tappa Udine, dove subentra in corsa e salva la squadra, senza però ottenere la riconferma.


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Fabio Grosso

L'eroe di Germania 2006 si mette in luce come allenatore sulla panchina della Juventus Primavera, conquistando il Torneo di Viareggio, ma la sua carriera fin qui si è prodotta in un lungo girovagare tra Italia e quella Francia in qualche modo entrata nel suo destino. Inizia dalla Serie B con Bari e Verona, poi prova in Svizzera con il Sion, ma è a Frosinone che ottiene i primi risultati. Subentrato all'esonerato Nesta, vive in Ciociaria tre annate altalenanti, ma concluse con la vittoria del campionato e la promozione in Serie A, venendo premiato anche con la panchina d'argento. Cerca il salto, accettando Lione, ma non lega con squadra e ambiente e viene esonerato dopo essere stato anche involontario protagonista della violenza dei tifosi marsigliesi.


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Massimo Oddo

Figlio d'arte, Massimo Oddo inizia la sua carriera da allenatore proprio dal Pescara che fu anche di papà Francesco, subentrando all'attuale tecnico della Lazio, Marco Baroni, e portando la squadra fino alla finale dei playoff di Serie B persa con il Bologna. Nella stagione successiva eguaglia il record di sette vittorie consecutive ottenuto da Zeman e conquista la Serie A. Dopo il divorzio dagli adriatici, sostituisce Delneri a Udine, ma lascia a sua volta il posto a Tudor, quindi siede sulle panchine di Crotone, Perugia, nuovamente Pescara, Padova, Spal, dove sostituisce De Rossi, e ancora Padova, nella scorsa stagione, eliminato ai playoff dal Vicenza.


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Con l'esonero di Alessandro Nesta da parte del Monza, si allunga la striscia degli allenatori esonerati tra i reduci di Germania 2006. Il ct di quell'Italia campione del Mondo, Marcello Lippi, aveva pronosticato loro un gran futuro: "Una volta terminata la loro carriera avevano già una predisposizione naturale a fare l’allenatore". Eppure dallo stesso Nesta a Gilardino, da De Rossi a Gattuso, passando per Cannavaro, Pirlo, Oddo e Grosso, questa predisposizione non è ancora emersa, o lo ha fatto solamente in parte.

Alessandro Nesta

La carriera da allenatore di Nesta inizia dall'altra parte dell'Oceano: in Canada studia da tecnico a Montreal, ma è in Florida che per la prima volta siede in panchina, alla guida del Miami Fc, con il quale vince la regular season della Nasl, prima di essere eliminato in semifinale dai mitici Cosmos di New York. Nel 2018 è il Perugia, in Serie B, la sua prima squadra italiana, con la quale rimedia due amare eliminazioni al primo turno dei playoff promozione. Playoff ancora amari sulla panchina del Frosinone, quando cede il passo allo Spezia per il miglior piazzamento. Esonerato nella stagione successiva riparte dalla Reggiana, con la quale chiude a centroclassifica, prima della chiamata del Monza. L'ultimo posto, orma ad un passo dalla fine del girone di andata, lo condanna all'esonero.


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