
Hanno scritto Max sulla sabbia. E il vento del deserto, in questo caso, non se l’è portato via con sé. Il nome di Allegri è tornato di moda sulla bocca sempre cucita degli arabi, che quando decidono di fare un investimento sanno essere parecchio convincenti. L’ex allenatore della Juventus, dopo aver risolto le pendenze con il club bianconero tramite un accordo consensuale che ha evitato un lungo strascico legale, si sta guardando attorno in cerca di una nuova avventura. Non ha fretta di scendere di nuovo in campo, gli otto mesi di stacco però sono stati più che sufficienti per ritrovare le energie dopo i tre anni vissuti sull’alta tensione dei problemi della Continassa.
L'offerta
Nei giorni scorsi si sono fatti vivi da Gedda: l’Al-Ahli, uno dei quattro club di proprietà del fondo sovrano Pif, avrebbe presentato ad Allegri un’offerta da almeno 50 milioni di euro per due stagioni (25 l’una). La stessa cifra che la federazione, ovviamente legata a doppio filo con la famiglia reale saudita, garantiva a Roberto Mancini per il ruolo di ct, più del doppio rispetto ai 10 milioni che Pioli guadagna per guidare l’Al-Nassr di Ronaldo. In Arabia politica, sport e denaro sono inevitabilmente connessi: il principe ereditario e primo ministro Mohammad bin Salman ha avviato il piano di Vision 2030 per cambiare l’economia del Paese e sradicarla dalla dipendenza dal petrolio, aumentando il portafoglio degli investimenti sull’intrattenimento. Così nell’ultimo triennio sono arrivati i tanti campioni dall’Europa, le Supercoppe italiane e spagnole ed eventi come il ricchissimo torneo di tennis, la Formula1, Expo e il Mondiale di calcio del 2034. Nelle intenzioni dei dirigenti sauditi, insomma, un tecnico dal palmares dorato come Allegri sarebbe una pedina fondamentale per continuare a far crescere il nuovo Pil d’Arabia, il prodotto interno calcio. Non è la prima volta che gli arabi bussano alla porta di Max. L’allenatore aspetta il ritorno del suo agente Branchini da Melbourne (è agli Australian Open) per dare una risposta definitiva. La proposta faraonica lo sta certamente tentando, molto di più rispetto a quelle dei mesi scorsi di West Ham, Al-Shabab (club di Riyad meno ricco dei quattro targati Pif) e nazionale belga. Allegri avrebbe dialogato, in modo più superficiale, anche con il patron del Tottenham, Levy.