Juve, una settimana da Thiago

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Juve, una settimana da Thiago
© Juventus FC via Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

Bella ma assai vulnerabile nel finale di Bergamo, martedì scorso. Soltanto bella, a tratti molto bella, ieri col Milan. La Juve ha così vissuto la sua prima settimana da Thiago, giocando un calcio piacevole, fresco, relazionale (mi vergogno di averlo scritto: corro subito a confessarmi) e raccogliendo punti importanti, forse addirittura decisivi nella corsa Champions. La crescita generale sembra evidente: se n’è accorto il Milan che in questa occasione non ha avuto neppure la forza di reagire: il secondo tempo di Leão, Theo, Reijnders e Fofana è stato avvilente; l’intera partita di Emerson Royal e Bennacer, impiegato nei primi 45’ da mezzala (bah), lo è stata di più: sul centrosinistra Mbangula, che non è Vinicius, ha fatto quel che ha voluto e quando non è stato Mbangula si sono alternati Cambiaso e Weah e insomma chi passava da quelle parti ha vissuto un pomeriggio di puro divertimento.

La verità è che quando comanda la palla la partita ne guadagna sempre. L’interpretazione fornita dalla Juve è stata perfetta: così come a Bergamo, Motta ha fatto il possibile per vincere trascurando inoltre l’orizzontale per il verticale: non è peraltro il momento di fare calcoli, ma quello di recitare la tabellina del tre.. Quando comanda la palla, dicevo, soltanto Gatti, Loca e Kalulu rispettano le posizioni e i compiti: tutti gli altri si muovono seguendo e incoraggiando lo sviluppo dell’azione e allora si possono ritrovare Nico Gonzalez terzino in ripiegamento, Mbangula e Yildiz stretti stretti là dove un tempo c’era l’appartamento di Vlahovic; per non parlare di Koop, Cambiaso, Thuram e anche Weah, o di McKennie, molto più spesso esterno alto che terzino destro. 

Sergio Conceição ha subìto l’intraprendenza della Juve, soltanto nella prima mezz’ora ha messo in apprensione Di Gregorio. Tutto il resto è stato degli altri. Del Milan non salvo nessuno: Fofana ha trascurato le incursioni ed è andato spesso a sbattere; Bennacer, che avrebbe dovuto dettare i tempi in mezzo, è risultato marginale e impreciso, degli altri ho detto. Male. Dimenticavo l’ostinazione con cui Maignan e compagnia balbettante hanno cercato la costruzione dal basso che Thiago ha puntualmente annullato col pressing modulato, senza troppo penare. Anzi, con il sigaro in bocca


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