De Rossi, la conferenza da proprietario dell'Ostiamare in 10 (bellissime) frasi

Daniele si presenta a Ostia come punto di riferimento non solo della squadra in cui è cresciuto, ma di tutto il territorio. Con lui il sindaco, l'assessore allo Sport e il prefetto
Chiara Zucchelli

Non è vero che Daniele De Rossi non è mai banale, come spesso si usa dire facendogli anche un torto. La verità è che Daniele De Rossi, anche quando dice banalità o, meglio, ovvietà, lo fa con una naturalezza e una credibilità che hanno pochi eguali. Almeno nel mondo del calcio. Non vuole fare lo scienziato (cit.), ma vuole fare un po' l'imprenditore, un po' il presidente, un po' il fratello maggiore. L'allenatore quello no. Anzi: quello sì, non all'Ostiamare. Ovunque lo porterà la sua carriera. Di sicuro non a Roma, almeno adesso. È l'unico accenno, questo, che Daniele fa alla sua ex squadra nella conferenza di presentazione della sua nuova avventura all'Ostiamare di cui, da due giorni, è proprietario. Sceglie Cineland, dove da ragazzo ha trascorso pomeriggi e serate, e con lui, oltre agli storici collaboratori e amici, ci sono il prefetto Giannini, il sindaco Gualtieri e l'assessore allo Sport Onorato, legato a Ostia come e quanto Daniele e vero motore iniziale di tutto. La conferenza, moderata dalla giornalista di Prime Giulia Mizzoni, dura oltre un'ora perché tante sono le domande e tantissimi i temi affrontati da De Rossi. Felice, con la sua sciarpa viola accanto, allegro, in vena di battute, ma anche serio, tremendamente serio quando parla dello spirito imprenditoriale di questa esperienza. Tre sono le parole chiave: sentimenti, investimenti e legalità. Di seguito le dieci più importanti e significative frasi dette da De Rossi a Ostia.


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De Rossi: "Più pallone e meno playstation. Regole anche per i genitori"

"Il vivaio già funziona bene, ma sarà un campo da incrementare. Ascolto tutti sui diversi temi, ma poi sul calcio non ascolto nessuno. Riporteremo i ragazzini a toccare il pallone con i piedi senza parlare di tattica, moduli e sistemi. Ci saranno regole per ragazzini e soprattutto per i genitori. Faremo un campetto di sabbia perché tanti ragazzini compreso me hanno imparato a giocare sulla spiaggia. E inoltre faremo più allenamenti: più pallone e meno PlayStation. Vale per tutti, anche per i miei figli, noi cercheremo di fargli toccare sempre più il pallone".

 

Alberto De Rossi e la prima chiacchierata sull'Ostiamare con Daniele

"Papà è stata la prima persona con cui ho parlato, la prima cosa che mi ha detto è: "Tu sei matto, arriveranno tante rotture" poi subito dopo: "Però bisogna andare in Serie C". Ne ho parlato con mamma, mia sorella che lavorerà all’Ostiamare, con mia moglie per cui il calcio è una galassia sconosciuta. Ma ha capito che la Roma e allenare era imprescindibile, questa era una cosa non prevista ma va bene. L’esonero a casa viene vissuto con sentimenti diversi da me e i miei figli. Dopo la Spal loro erano felici e io distrutto, mia moglie se ci sono è felice, possiamo fare qualche viaggio, posso dare una mano, ma poi tutti mi hanno detto che se ero felice avrei dovuto farlo".

 

De Rossi e la battuta su Elon Musk

"Ci sono e saranno investimenti, è un progetto di più anni, spero duri anche trenta. Ma le cose vanno ponderate e studiate, non solo Elon Musk o Abramovic".

 

 


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Il progetto dell'Ostiamare e il paragone con la Premier

"Progetto ambizioso, questo, ma non impossibile. Negli ultimi anni parecchie squadre si sono avvicinate al terzo polo di Roma, tanti anni fa fu la Lodigiani. Intanto bisogna fare qualcosa affinché la categoria venga mantenuta e questo è l'unico momento in cui stiamo facendo dei movimenti non ponderati perché non c'è tempo, dato che il mercato finisce tra poco. Dobbiamo rimettere in piedi una squadra capace di salvarsi. In Inghilterra le squadre vivono di sostentamento, se si va lì non si vede la Premier League in tv il sabato perché si manda la gente a vedere le squadre di quartiere. Il governo ha preservato la pienezza degli stadi. C'è bisogno di tanto per arrivare al livello dell'AZ Alkmaar, ad esempio: è da poco che sono famosi ma è da tantissimi anni che stanno lavorando a questo progetto. Io non credo che sia impossibile fare qualcosa di grande con l'Ostiamare, senza però fare promesse".

 

De Rossi e il momento giusto

"Voglio continuare ad allenare? Sì, è stato un punto che ho sempre cercato di tenere chiaro con tutti. Siamo fortunati che tutto questo stia succedendo ora che non ho una squadra, anche se allo stesso tempo sono dispiaciuto di non allenare. Questo è però il momento migliore perché ho tanto tempo.  Sto costruendo una squadra con i miei stessi valori e occhi, così è come se ci fossi anche quando non sarò qui vicino tutti i giorni".

 

De Rossi e Totti.

"A Cristian non ho mai pensato, Francesco lo sento sempre e sentirò anche Riccardo che sta facendo un grande lavoro con la scuola calcio. Strootman? Non lo sento da mesi, non gliel'ho chiesto ma se avesse voglia per carità".

 

La battuta al giornalista, risate in sala stampa

A un cronista che gli chiede se da presidente esonererebbe un allenatore dopo quattro giornate De Rossi col sorriso dice: "Non fare il furbo..."


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Questione di responsabilità

"Questa cosa mi piace da morire, per me non è un sacrificio. So che ci sono delle difficoltà , ma non sono uno sprovveduto, mi prendo le mie responsabilità . Non ci sono deadline, voglio rimanere qui 30 anni.Cerchiamo di fare qualcosa che durerà  nel tempo e che sarà  sostenibile. So che i frutti verranno nel corso degli anni, promettere vittorie o strutture non realistiche mi farebbe solo fare una brutta figura".

 

De Rossi e il retroscena sul tifoso della Lazio

"Qui l'Ostiamare è la prima cosa. Ho incontrato un signore, mi pare si chiamasse Silvano, tifosissimo della Lazio che quasi con le lacrime agli occhi mi ringraziava".

 

Il ricordo della Spal

"A Ferrara ovunque c'erano cose della Spal, in qualsiasi ristorante o negozio. Mi piacerebb fosse così, quando ero piccolo io c'erano manifesti credo abusivi (tutti ridono, ndr) che ricordavano le partite dell'Ostiamare".

 

Daniele e gli amici di sempre

Nota a margine, infine, per l'inizio della conferenza. De Rossi parte raccontando perché sia così tanto legato al cinema di Ostia e menzionando tutte le persone, di oggi e di ieri, a cui ha pensato in questi giorni. Poi dice: "Sono emozionato". Banale, forse. Ma anche tanto tanto vero. E bello.

 


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Non è vero che Daniele De Rossi non è mai banale, come spesso si usa dire facendogli anche un torto. La verità è che Daniele De Rossi, anche quando dice banalità o, meglio, ovvietà, lo fa con una naturalezza e una credibilità che hanno pochi eguali. Almeno nel mondo del calcio. Non vuole fare lo scienziato (cit.), ma vuole fare un po' l'imprenditore, un po' il presidente, un po' il fratello maggiore. L'allenatore quello no. Anzi: quello sì, non all'Ostiamare. Ovunque lo porterà la sua carriera. Di sicuro non a Roma, almeno adesso. È l'unico accenno, questo, che Daniele fa alla sua ex squadra nella conferenza di presentazione della sua nuova avventura all'Ostiamare di cui, da due giorni, è proprietario. Sceglie Cineland, dove da ragazzo ha trascorso pomeriggi e serate, e con lui, oltre agli storici collaboratori e amici, ci sono il prefetto Giannini, il sindaco Gualtieri e l'assessore allo Sport Onorato, legato a Ostia come e quanto Daniele e vero motore iniziale di tutto. La conferenza, moderata dalla giornalista di Prime Giulia Mizzoni, dura oltre un'ora perché tante sono le domande e tantissimi i temi affrontati da De Rossi. Felice, con la sua sciarpa viola accanto, allegro, in vena di battute, ma anche serio, tremendamente serio quando parla dello spirito imprenditoriale di questa esperienza. Tre sono le parole chiave: sentimenti, investimenti e legalità. Di seguito le dieci più importanti e significative frasi dette da De Rossi a Ostia.


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