Scommesse, le puntate precedenti: tutti i nomi coinvolti e cosa è successo

Dopo le squalifiche di Fagioli e Tonali nuovo sviluppo dell’inchiesta sui circuiti illegali: si teme un altro scandalo
Giorgio Marota
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Come sale su una ferita ancora aperta. Come un virus che continua a propagarsi pericolosamente. La procura di Milano ha riacceso i riflettori sul caso-scommesse che, nell’autunno del 2023, portò alle squalifiche di Fagioli (7 mesi) e Tonali (10), offrendo uno sviluppo della vicenda abbastanza inquietante soprattutto per le sue ricadute etiche, viste le ripercussioni legali di poco conto e la possibilità che non si arrivi a nuove inibizioni se le puntate dei tesserati non avessero riguardato eventi calcistici. In questo fascicolo risultano indagati, oltre a Tonali e Fagioli, anche il milanista Florenzi, i bianconeri McKennie e Perin, l’ex Roma Zaniolo, oggi alla Fiorentina (era già stato ascoltato dai magistrati di Torino), gli argentini Paredes e Di Maria, che al momento dei fatti (dicembre 2021-ottobre 2023) giocavano nella Juve, Bellanova, ex Inter e Torino ora all’Atalanta, il granata Ricci (prima all’Empoli), l’attaccante del Padova, ex Cremonese, Buonaiuto, Cancellieri del Parma (ex Lazio e Empoli) e altri come Petrelli, Firpo e Falzarano, oltre al tennista Gigante. I pm hanno chiesto l’arresto di cinque gestori delle piattaforme. La procura Figc, invece, ha fatto richiesta di accedere gli atti per valutare il comportamento dei calciatori. A quel punto Chiné capirà se aprire, o meno, un’altra indagine sportiva. 

Scommesse, in ballo cifre astronomiche. E gli indagati spuntati dalle chat...

La novità di ieri è il decreto di sequestro preventivo del Gip Lidia Castellucci per una cifra complessiva di 1,5 milioni, da prelevare sui conti di una dozzina di atleti che dovranno rispondere dell’ipotesi di reato prevista dalla legge 401 del 1989. Chi scommette illegalmente rischia l’arresto fino a 3 mesi, sanzione tramutabile in una multa da 250 euro. Anche a causa di una sanzione così lieve, sono sempre di più i calciatori che si affidano ai circuiti non autorizzati, dove l’anonimato è garantito e si possono vincere cifre astronomiche, ma anche accumulare debiti ingenti finendo sul lastrico o peggio ancora nelle mani dei criminali. Quando chiedono a questi atleti i motivi di una scelta così azzardata, rispondono che lo fanno per noia. I nomi dei colleghi di Fagioli e Tonali sarebbero emersi dall’analisi, durata più di un anno, sulle chat dei due azzurri; i quali, secondo gli inquirenti, «diffondevano e pubblicizzavano tra i loro conoscenti le piattaforme illegali di scommesse o gioco del poker». Sono entrambi accusati di aver fatto da tramite «per l’apertura o il caricamento dei conti»; a fronte di questo impegno, gli allibratori li avrebbero ricompensati con «dei bonus o una decurtazione del loro debito». Fagioli ha già smentito questa ricostruzione nei primi interrogatori: «Gli organizzatori mi avevano proposto di riconoscermi un qualche vantaggio se avessi portato altri scommettitori, ma non volevo assolutamente guadagnare sugli amici». 

I rischi per i calciatori indagati 

Tutti gli altri, secondo la magistratura, partecipavano al giro d’affari di Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e Pietro Marinoni, l’ex arbitro che introdusse Tonali nel sottobosco, utilizzando come finta “banca” una gioielleria tramite la quale pagavano i debiti fingendo di acquistare dei Rolex. I tre principali indagati avrebbero così gestito i pagamenti in denaro, fornendo link e password. Se i tesserati si fossero limitati ai giochi da casinò, o a puntare su altri sport, anche su piattaforme illegali, non andrebbero incontro alla violazione dell’art. 24 del codice, quello che porta a una squalifica «non inferiore a tre anni»; patteggiabile come nei casi di Fagioli e Tonali, che hanno già pagato per i loro errori. Puntando sul calcio, i colleghi di Nicolò e Sandro andrebbero incontro a una squalifica. L’illecito sportivo scatta invece quando si vuole alterare il risultato di una gara: qui lo stop è di almeno 4 anni e l’accordo pre-dibattimentale non è previsto. Qualcuno, nel recente passato, l’ha sfiorato.  


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