Caso scommesse, spunta il nome di Pirlo Jr: il retroscena sulla reazione del padre

La procura Figc studia gli indagati e c'è anche quello di Nicolò Pirlo, figlio dell'ex centrocampista. Abodi: "Dai calciatori un pessimo esempio"
Giorgio Marota
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INVIATO A TORINO - Tra domani e martedì arriverà a Roma il fascicolo scommesse. A quel punto, il procuratore federale Chiné andrà alla ricerca di eventuali elementi probatori rilevanti per la giustizia sportiva: dovrà comprendere se i calciatori coinvolti abbiano puntato anche sulle partite. Al centro delle attività illecite sembrano esserci soprattutto il poker e il casinò online. L’inchiesta sportiva parallela di Benevento, però, dimostra come conoscere la regola (un calciatore può scommettere su tutto tranne che sui tornei Figc, Uefa e Fifa) non sia scontato. Anzi, in quel caso, da Vogliacco a Martino, da Di Serio a Sau, fino ad Agnello e Vokic, la procura Figc avrebbe prove a sufficienza per dimostrare le violazioni, avvenute tra l’altro nei circuiti legali e con tanto di documenti. 

Pirlo Jr tra gli scommettitori: la reazione del papà Andrea

Il caso nato a Torino e passato per competenza a Milano, che vede tra gli indagati Fagioli, Tonali, McKennie, Perin, Zaniolo, Paredes, Di Maria, Bellanova, Ricci, Cancellieri, Petrelli e il tennista Gigante, è ancora più controverso. Queste azioni, motivate dai diretti responsabili con la noia e condivise come abitudini nei ritiri delle nazionali, pur deprecabili da un punto di vista etico potrebbero infatti non portare a conseguenze sportive. Anche se l’Assoarbitri ieri ha sospeso il tesserato Marinoni (per il suo avvocato gli addebiti «sono infondati»), la persona che avrebbe fatto entrare Tonali nel giro, considerato centrale nell’organizzazione di De Giacomo e Frizzera. Dal punto di vista sanzionatorio, per i calciatori si parla di banali multe da 250 euro, alternative all’arresto, in base alla legge 401 del 1989. Nelle chat emergerebbe il ruolo dei cosiddetti “collettori” Fagioli e Tonali: soprattutto al primo, De Giacomo chiedeva di coinvolgere altri calciatori promettendo sconti sui debiti. Fagioli e “Tommy”, via messaggi, scherzavano spesso sulle disgrazie altrui parlando di «tirare dentro» e «catturare» i clienti. Il centrocampista ha risposto alle critiche sui social: «Non vivo né nel mio passato né nel mio futuro. È il presente che mi interessa». «Questi ragazzi danno un pessimo esempio ai loro coetanei», il pensiero indignato del ministro per lo Sport, Abodi. Tra gli scommettitori, intanto, è spuntato il nome di Nicolò Pirlo. Sarebbe stato papà Andrea a bloccare i suoi conti dopo aver scoperto il coinvolgimento del figlio nel giro di puntate. 

Caso scommesse, cosa rischiano i calciatori

Chiné non avrà bisogno di ascoltare i due calciatori squalificati per 7 e 10 mesi, così come potrebbe avere elementi a sufficienza per archiviare le posizioni di Zaniolo e Florenzi, già ascoltati un anno e mezzo fa. Valuterà le azioni degli altri. Qualora avessero puntato sul calcio, rischierebbero almeno 3 anni di stop, drasticamente riducibili tra patteggiamenti e pene alternative. Secondo Paolo Jarre, terapeuta di Fagioli, «almeno 100-150 calciatori di A sono in questa situazione». Parliamo di un giro d’affari miliardario che garantisce anonimato e copertura agevole dei debiti. E che arricchisce la criminalità. 


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