Cheikh Sarr, portiere del Rayo Majadahonda, è stato espulso nel match di terza serie spagnola contro il Sestato dopo aver ricevuto degli insulti razzisti dagli spalti. L'estremo difensore era andato a tu per tu con un tifoso per un confronto e il direttore gli aveva estratto il cartellino rosso. I suoi compagni, subito dopo, hanno lasciato il campo per solidarietà e la partita è stata sospesa.
Sarr: "Mi dispiace per la mia reazione ma..."
A tre giorni dal triste episodio, Sarr ha spiegato quanto accaduto in conferenza stampa: "Mi sento fregato, ma sto un po' meglio. Penso che una squalifica sarebbe ingiusta perché sono una vittima. Mi dispiace per la mia reazione, se dovesse succedere ancora saprò come comportarmi, ma ero nervoso. Il mio comportamento nei confronti dell'arbitro non è stato aggressivo. Sono successe cose che mi hanno dato fastidio e lui mi ha mostrato il cartellino rosso senza chiedermi nulla. Un'ora dopo ho parlato anche con lui e mi ha chiesto cosa fosse successo e mi ha dato il suo sostegno, quindi gli sono grato".
"Gli ho chiesto perché mi insultava"
Il portiere ha poi spiegato cosa ha detto al tifoso: "Sono andato lì per parlare con lui, per chiedergli perché mi insultava. Non era per niente aggressivo, volevo chiedergli perché lo faceva, se aveva famiglia o bambini perché era una persona anziana. L'arbitro non poteva sentire perché era in mezzo al campo. Mi hanno chiamato fottuto n***o."