
Uno scontro generazionale in campo ieri sera, ma tra due compagni di squadra. Nei quarti di finale di Coppa del Re contro il Leganes (vittoria sofferta per i blancos), il Real Madrid è andato prima in vantaggio di due reti per poi farsi raggiungere nuovamente dagli avversari. Da 2-0 a 2-2, il nervosismo era evidente e si è manifestato con forza a pochi minuti dalla fine. Luka Modric, 39enne leader del Real, in occasione di un calcio piazzato a favore del Leganes ha bacchettato Vinicius e gli ha urlato di impegnarsi di più in fase difensiva, non esattamente il punto forte del brasiliano (tra l'altro entrato a inizio secondo tempo, quindi tra i più freschi in campo), che però non ha gradito l'atteggiamento del croato ed è cominciato un duro confronto tra i due che ha generato il caos tra i blancos.
La reazione di Vinicius
La risposta piccata e plateale di Vinicius, scuotendo la testa e allargando le braccia, ha fatto innervosire Modric che ha continuato a dargli ordini da lontano. Anche il loro compagno Federico Valverde si è avvicinato per sostenere il capitano del Real Madrid, a dimostrazione del rispetto di cui gode il Pallone d'Oro del 2018, e a quel punto l'attaccante 24enne è entrato in area per aiutare la difesa, seppur non proprio convinto. Per fortuna dei blancos, la gara è terminata con un successo grazie alla rete decisiva del giovane Gonzalo in pieno recupero e si sono guadagnati la semifinale.
Vinicius nervoso a fine partita
Nonostante la vittoria in casa del Leganes, Vinicius appariva ancora molto nervoso a fine partita e infatti è tornato subito negli spogliatoi senza festeggiare con i compagni. Un dettaglio che ovviamente non è sfuggito e il tecnico Carlo Ancelotti si è schierato apertamente a favore del capitano del Real: "Se parla Modric, dobbiamo rispettarlo". Poi è stato chiesto al croato come fossero i rapporti con Vinicius e lui ha minimizzato: "Sono cose di calcio, avete visto cose che non dovevate vedere". Gli atteggiamenti provocatori del brasiliano non sono certo una novità, ma ora rischia di mettersi contro persino i suoi stessi compagni di squadra.