Il Paris FC torna in Ligue 1 dopo 46 anni: con il Psg sarà il derby più vicino d’Europa

Dalla separazione del 1970 alla nuova era targata Arnault e Red Bull: il Paris FC sale, a cento metri dal Parco dei Principi
Il Paris FC torna in Ligue 1 dopo 46 anni: con il Psg sarà il derby più vicino d’Europa
Davide Palliggiano
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Quarantasei anni per rivedere la luce. Un’attesa lunghissima, quasi irreale. Ma adesso è ufficiale: il Paris FC è in Ligue 1. Il pareggio col Martigues (1-1) e il 3-3 tra Metz e Rodez hanno chiuso i conti: promozione matematica, festa completa. E un orizzonte tutto da riscrivere. Il secondo club della capitale, nato nel 1970 ma subito separatosi dal PSG, riparte dalla massima serie. Ma soprattutto da una nuova vita. Il passaggio di proprietà dello scorso novembre – 70% diviso tra il gruppo Arnault (55%) e Red Bull (15%) – ha acceso ambizioni sopite. Un piano a tappe, senza proclami roboanti, ma con idee chiare e investimenti mirati. Basti pensare che il mercato invernale ha portato soltanto due innesti, De Smet e Cafaro. Eppure, sotto la guida di Stéphane Gilli, è bastato. Dopo anni di illusioni svanite sul più bello, il Paris FC ha centrato l’obiettivo. Con concretezza e una visione chiara.

Più vicino del derby di Dundee

Dalla prossima stagione si giocherà allo Stade Jean-Bouin, nel cuore del XVI arrondissement. E proprio lì, dietro la curva Auteuil del Parco dei Principi, si consumerà il derby più ravvicinato delle cinque grandi leghe europee. Appena 200 metri separano il centrocampo del Paris FC da quello del PSG. Meno dei 290 di Dens Park e Tannadice a Dundee, in Scozia. Più vicino non si può, a meno di condividere lo stesso stadio – come Roma e Lazio all’Olimpico, Milan e Inter a San Siro, Genoa e Samp al Ferraris. A Parigi, però, la rivalità si prepara a cambiare volto. Dimenticato per anni, schiacciato dall’ombra ingombrante del PSG, il Paris FC si prende finalmente una scena tutta sua. E non solo a parole. Jürgen Klopp, oggi uomo Red Bull, ha visitato il Charléty a gennaio, annotando tutto: la distanza tra spalti e campo, le potenzialità inespresse, i margini di crescita. Ora il salto è avvenuto. E i progetti si fanno concreti. Nel 2027, con l’uscita definitiva di Ferracci, la famiglia Arnault salirà all’85% delle quote. L’idea non è quella di un Red Bull Paris tout court, ma di un’identità propria, forte, capace di generare valore in una città che fino a oggi ha parlato solo una lingua calcistica. Il derby di Parigi – vero, vivo, urbano – è finalmente realtà. E l’impressione è che sia solo l’inizio.


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