ROMA - Facciamo chiarezza. L’Evergrande Real Estate Group Ltd c’è, e rappresenta un colosso immobiliare cinese che parteciperà all'acquisto dell'A.C. Milan di Silvio Berlusconi. Facciamo ulteriore chiarezza. Comparteciperà. Non è l'unico. Perché a quanto ci è risultato nelle ultime ore sono almeno cinque o sei i potentissimi gruppi finanziari cinesi che stanno comprando il Milan. Tra cui l'Evergrande Group, proprietario al 50% assieme a Jack Ma e alla sua Alibaba Sports Group (che detiene l'altro 50%) del Guangzhou Fc, la squadra allenata in passato da Lippi che ha vinto tutto in Cina.
BERLUSCONI VENDERA' - Doveroso prologo a quanto abbiamo scritto e anticipato nei giorni scorsi sul corrieredellosport.it. Chiarita meglio la composizione della parte acquirente, passiamo a quella cedente: Berlusconi, la sua Fininvest proprietaria del 99,9% delle azioni del'A.C. Milan e quello 0,99 di piccoli azionisti che ieri nel corso dell'assemblea dei soci ha manifestato tutto il suo disagio invitando a più riprese la maggioranza a concretizzare eventuali trattative in corso e l'ad Galliani a fare un passo indietro. Berlusconi venderà (salvo ripensamenti dell'ultimo minuto) per tutta una serie di buoni motivi:
I TERMINI DELL'OPERAZIONE - Anche questi svelati in esclusiva dal corrieredellosport.it. Cessione immediata ai cinesi del 70% delle azioni del Milan, il restante 30% nel giro di un anno, come detto a 720 milioni circa. Accordo tra le parti praticamente raggiunto nel momento in cui Berlusconi ha sciolto le sue riserve e firma prevista il prossimo lunedì (probabilmente a borse chiuse), in un luogo top secret, tra la Fininvest e alcuni rappresentanti della cordata cinese con la GSP di Galatioto ad intermediare.
QUI PECHINO: EVERGRANDE COMPRA IL MILAN
IL PIANO XI JINPING - Perché i cinesi? Perché il calcio in Cina è ormai un affare di stato. Che il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping vuole trasformare in un business interplanetario: riforma della Federcalcio cinese, allentamento delle restrizioni governative su società e gruppi sportivi, maggiore libertà di investire ed esportare capitali all'estero. Un affare, di stato, da quasi 8mila miliardi di dollari: si quantifica in questa cifra monstre la somma dei capitali investiti dai gruppi finanziari cinesi nelle azioni di imprese in qualche modo collegate al calcio e allo sport in generale. Obiettivo, far crescere in maniera esponenziale il business legato al mondo del pallone e portare i Mondiali del 2030 o del 2034 in Cina. Berlusconi permettendo, affare fatto.