SINGAPORE - Alla vigilia della gara di domani contro il Bayern Monaco, Luciano Spalletti ha parlato alla stampa presentando la sfida contro la formazione di Ancelotti (“Andremo a giocarcela, sempre e comunque. Bayern e Chelsea sono fortissime e non hanno punti deboli, ma dobbiamo far bene e in prospettiva arrivare al loro livello”), ma anche affrontando altri argomenti.
MERCATO - “Devo ancora conoscere qualche singolo di questa rosa. Abbiamo le idee chiare e in entrata faremo qualcosa. L’importante però è non dimenticarsi che in questo gruppo ci sono giocatori forti che, con l’aiuto di chi arriverà, dovrà fare un salto di qualità rispetto alla scorsa stagione. Siamo l'Inter ed è normale che ci sia pressione giocando per un club come il nostro. Dobbiamo abituarci a vivere con equilibrio sia le vittorie che le sconfitte. Quanti nuovi acquisti Non c'è un numero stabilito: dipenderà anche da tante variabili come il costo e le necessità della rosa”.
PERISIC E CANDREVA - “Abbiamo giocatori forti e credo sia normale che le altre società pensino a loro. Con Perisic c'è un contratto valido e deve adeguarsi a questo. Poi se arrivasse un'offerta soddisfacente, il discorso cambierebbe e potremmo anche valutare una proposta. Per il momento, però, la proposta giusta non è ancora arrivata e lui è qui con noi. Candreva? Per lui non è arrivata nessuna proposta”.
OBIETTIVI - “L'anno scorso ci sono stati dei problemi e ora vogliamo essere una vera squadra. Chiaramente serve guardare la classifica e arrivare all’obiettivo prefissato ovvero entrare nelle prime quattro. Davanti ci sono tre squadre molto forti nei confronti delle quali diventa difficile recuperare i 25 punti di distacco dell'anno scorso. Noi però siamo l'Inter e dobbiamo avere ambizioni forti”.
CONTE - “Lui è un tecnico forte e vincente e sono contento che abbia speso certe parole su di me. C'è stima reciproca e siamo amici. L’ho visto bene contro i tedeschi anche per 'rubargli' qualcosa perché lui è un tecnico attuale e innovativo: è riuscito a far giocare il Chelsea a tre in un campionato dove il modulo con la difesa a quattro era quasi una regola”.
JOVETIC - “Nel calcio ci sono calciatori protagonisti, che all’interno di un gruppo dove c'è concorrenza fanno fatica a starci perché non riescono ad auto-stimolarsi: o giocano, oppure non sono d'accordo a restare per giocarsi il posto. Io non posso garantire a nessuno un certo numero di partite da titolare e per questo è meglio parlarsi chiaro fin da subito".