© John MacDougall/Pool via Getty ImagesFIRENZE - C’è una Fiorentina del 26 agosto e c’è una Fiorentina che sarà (vorrebbe tanto essere) per l’inizio della nuova stagione. Beppe Iachini ha fornito le indicazioni più opportune per passare da una fase all’altra, ben consapevole di tutto quanto sopra. Ha sentito più volte Rocco Commisso per dare e avere certezze. Ha incontrato Pradè e Barone e insieme hanno stilato piani e programmi, individuando obiettivi e priorità: un attaccante da doppia cifra (di gol), un centrocampista di alto profilo, un esterno a tutta fascia. E la Fiorentina s’è messa in marcia. Con una base precisa che è appunto la squadra al 26 agosto, somma pur sempre momentanea tra lo sforzo non secondario per la conferma in blocco della squadra proveniente dall’ultimo campionato e l’innesto di Amrabat, primo e intrigante rinforzo che la società viola ha fatto suo fin da gennaio: l’ex Verona è l’unica novità di un ipotetico undici titolare che prevede il terzetto Milenkovic-Pezzella-Caceres, ovvero la difesa meno battuta nelle dodici giornate della ripartenza; come dire che la conferma della retroguardia vale come un acquisto molto importante.
Ma tutto ciò è solo un primo, significativo passo. Rimane da scalare una montagna. Rimangono l’attaccante da 15-20 gol per eliminare alla radice il problema che da almeno tre stagioni sta tarpando le ali alla formazione viola, il centrocampista che vada ad arricchire un reparto già di qualità, e un esterno (forse due in base a quello che offrirà il mercato) che dia tante soluzioni a Iachini sulle fasce. La Fiorentina che sarà, al via della stagione 2020-21 è un sogno-progetto che sta nel cuore e nella testa di Commisso, Pradè e Barone grazie ai nomi che questo sogno-progetto potrebbero rendere vero, ovvero Piatek, Paredes, Sema: il polacco dell’Hertha Berlino, l’argentino del Psg e lo svedese del Watford rappresentano il punto più alto delle ambizioni, perché quella che verrebbe fuori sarebbe una squadra da Europa in grande stile e dal grande futuro.