Henderson alla Juve, è lui la scelta: a giorni si chiude

I bianconeri sono fiduciosi e insistono, hanno già parlato due volte e il giocatore è pronto: qualche dubbio di Allegri relativo soprattutto all’età

In Arabia costruiscono fragili ponti d’oro, a Torino sogni fatti di cemento. Ecco perché Jordan Henderson, 12 anni di Liverpool sulle sue spalle rocciose e già 18 milioni guadagnati in sei mesi all’Al-Ettifaq, sposerebbe la Juventus anche domani pur di uscire dalla bolla saudita. È un’operazione calma, fatta col bilancino e studiata in base alle esigenze di una squadra che a gennaio accoglierebbe un corpo esterno al suo «gruppo granitico» (parola di Allegri) solamente in due casi, elencati dal tecnico alla dirigenza: se si concretizzasse un colpo da favola o se arrivasse subito un innesto di esperienza dentro un reparto già orfano di Pogba e Fagioli, dove è prerogativa comune la maturazione dei vari Miretti, Nonge e Nicolussi Caviglia, cioè dei figli della NextGen che negli ultimi 4 anni ha promosso 30 ragazzi in prima squadra. L’ex capitano dei Reds, attratto in estate dalla proposta faraonica del club allenato da Steven Gerrard, è già stufo del denaro arabo e rientrerebbe nella seconda ipotesi: 33 anni, otto titoli in bacheca, 431 partite in Premier, 76 nelle coppe europee e 81 in una nazionale che rischia di perdere in vista di Euro 2024 considerati gli alti e bassi in Saudi Pro League, dove la sua squadra è solamente ottava.


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Juve, Henderson non esclude Samardzic

L’idea Henderson non esclude la pista Samardzic, che viceversa fa parte della prima categoria di colpi. Per il serbo è una corsa con il Napoli: la Juve sente di averlo in pugno e in questo senso ha la parola del signor Mladen, il papà-agente del ragazzo; un osso duro, ormai lo sanno tutti, capace in estate di strappare un contratto già pronto con l’Inter. Gli azzurri, viceversa, avevano trovato un principio di accordo con l’Udinese: 20 milioni più 5 di bonus. La Signora può pareggiare l’offerta ma con un pagamento dilazionato come fece con il Sassuolo per Locatelli: il dt Giuntoli in questo momento non dispone del cash che invece il suo ex presidente De Laurentiis potrebbe subito riversare nelle casse di Pozzo. Anche alla luce della situazione relativa all’indice di liquidità (oltre a Ranocchia si valuta l’addio di Kean), la Juve preferirebbe congelare l’affare Samardzic per l’estate. E, nel frattempo, continua a sognare il colpo Koopmeiners, vecchio pallino del dirigente toscano. La doppietta dvi San Siro in coppa ha rianimato una fiamma mai realmente spenta: l’olandese sposerebbe volentieri il progetto di rilancio della Signora, ma il contratto fino al 2027 lo blinda all’Atalanta, che per sedersi al tavolo delle trattative parte da una richiesta di 40 milioni.


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L'alternativa è Saul

L’alternativa immediata a Henderson per il centrocampo è Saul Ñíguez, bandiera dell’Atletico Madrid. Dopo il prestito al Chelsea del 2021-22 non è mai tornato realmente al suo livello, fino a perdere il posto da titolare. Da metà ottobre Simeone lo utilizza principalmente come cambio di De Paul, al punto che lo stesso calciatore avrebbe chiesto di poter partire. Il nodo dell’operazione è proprio la natura del trasferimento: né Saul né l’Atletico sono convinti della formula del prestito fino a giugno, quella che sarebbe più conveniente per Giuntoli. È il movito per cui Henderson resta in pole. «Non è questione se voglio o non voglio un calciatore - ha detto Allegri a Mediaset dopo la vittoria contro il Frosinone - Manna e Giuntoli si stanno guardando intorno per capire se ci sono della possibilità. Altrimenti, sono contento del gruppo che ho, perché toccare qualcosa può anche essere rischioso». Max è ben consapevole dei limiti di una rosa quarta in A per valore dei cartellini, eppure in grado di tenere testa all’Inter che per il mercato vale 160 milioni in più. Proprio per questo, il tecnico coccola i suoi uomini anziché evidenziarne pubblicamente i limiti. Un ragionamento figlio di una filosofia che Allegri ha illustrato pure nella sua autobiografia: «Gli attori principali sono sempre i calciatori: autenticità, direzione e un pizzico di empatia. Ecco gli ingredienti perfetti per guadagnarsi la loro fiducia». Non a caso, lo adorano.

 


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In Arabia costruiscono fragili ponti d’oro, a Torino sogni fatti di cemento. Ecco perché Jordan Henderson, 12 anni di Liverpool sulle sue spalle rocciose e già 18 milioni guadagnati in sei mesi all’Al-Ettifaq, sposerebbe la Juventus anche domani pur di uscire dalla bolla saudita. È un’operazione calma, fatta col bilancino e studiata in base alle esigenze di una squadra che a gennaio accoglierebbe un corpo esterno al suo «gruppo granitico» (parola di Allegri) solamente in due casi, elencati dal tecnico alla dirigenza: se si concretizzasse un colpo da favola o se arrivasse subito un innesto di esperienza dentro un reparto già orfano di Pogba e Fagioli, dove è prerogativa comune la maturazione dei vari Miretti, Nonge e Nicolussi Caviglia, cioè dei figli della NextGen che negli ultimi 4 anni ha promosso 30 ragazzi in prima squadra. L’ex capitano dei Reds, attratto in estate dalla proposta faraonica del club allenato da Steven Gerrard, è già stufo del denaro arabo e rientrerebbe nella seconda ipotesi: 33 anni, otto titoli in bacheca, 431 partite in Premier, 76 nelle coppe europee e 81 in una nazionale che rischia di perdere in vista di Euro 2024 considerati gli alti e bassi in Saudi Pro League, dove la sua squadra è solamente ottava.


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