© Getty Images
Degradato da capitano in pectore, chiuso da Rovella e Vecino (se resterà), costretto ad appassire in panchina, relegato al ruolo di vice del vice. Una specie di tortura per Danilo Cataldi, ma nonostante tutto non pensa alla partenza, per lui il discorso è chiuso. Ieri girava il suo nome in orbita Fiorentina, i viola hanno smentito. Era stato proposto al Monza, senza successo. Anche al Torino. Il Como si era informato. Danilo vuole restare pur sapendo che avrà poco spazio e che dovrà sopportare tante esclusioni. Baroni lo aveva rassicurato dopo Frosinone: «Non c’è un problema con lui, per me è importante, deve continuare a lavorare». La realtà è diversa. Rovella e Vecino lo distanziano nelle gerarchie, è la terza scelta. Proverà a scalarle, sempre che basti. Non è la prima volta che si trova a rincorrere. «La Lazio per me è una parte di vita che spero di onorare fino all’ultimo. Il rinnovo è un qualcosa di bello siglato con la società, sono felice. Essere qui a lungo era prima un sogno e poi è diventato un obiettivo che ha richiesto anche tanti sacrifici e rinunce perché è stato un percorso difficile», le parole pronunciate dopo la firma del rinnovo, era l’aprile 2023. In poco più di un anno sono cambiate tante cose. Sarri l’aveva promosso regista, salvo soppiantarlo con Rovella. Lo aveva rispolverato nei momenti clou, senza dargli garanzie ulteriori. Tudor non l’ha considerato.
Cataldi e lo strappo con la Lazio. Ma poi...
L’arrivo di Baroni aveva rasserenato Danilo, si erano conosciuti a Benevento. I primi contatti erano sembrati favorevoli, solo un’impressione iniziale. Non è un segreto, Cataldi è sempre stato in uscita per la società, sulla scia delle cessioni di Ciro e Luis. Negli ultimi giorni di mercato è possibile che il club torni a proporgli soluzioni di cessione pur conoscendo la volontà del giocatore. Cataldi ha chiarito la sua posizione al club: solo un’offerta di valore lo spingerebbe a lasciare la Lazio, casa sua. Altre opzioni non le prenderà in considerazione. «Non c’è da dire nulla su di lui, è un giocatore della Lazio e va gestito come tutti gli altri», era stata la chiosa di Fabiani riferita al caso scoppiato a fine luglio e alla gestione di Danilo.
Lazio, capitolo regista
Per aggiungere un regista in più, mossa che accontenterebbe Baroni, serve la cessione di un altro centrocampista. Resta Vecino in bilico, solo perché è in scadenza nel 2025 e le voci dalla Turchia continuano a rimbalzare. Il Besiktas potrebbe muoversi negli ultimi giorni, finora non sono arrivate offerte ufficiali. Baroni non si fa condizionare, pensa all’uruguaiano per Udine. Ieri l’ha provato al posto di Rovella, schierato tra le riserve da mezzala, veniva alternato con Cataldi, si scambiavano i posti di intermedio e play. E’ un segnale chiaro. Il tecnico gradirebbe un regista naturale, un palleggiatore. Solo gli scenari finali di mercato chiariranno se ci sarà la possibilità di accontentarlo o se dovrà andare avanti con i play attuali. La partita di Udine servirà come test ulteriore per definire le ultime mosse.