Navas al Napoli, c'è il sì: ora aspetta l'accordo con il Psg

Giuntoli è tornato da Parigi con l’assenso del portiere costaricano. Con i francesi è sempre in piedi la trattativa per Fabian
Navas (Sirigu)© EPA
Antonio Giordano
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INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Il signore ha quasi detto oui: ma tra i cavilli burocratici di un affare che va pilotato con cautela c’è (anche) la ricostruzione dal basso di una squadra che sta per essere completamente rivoluzionata, dai piedi di Keylor Navas (35) alla testa del «Cholito» Simeone (27). L’estate più torrida che si ricordi, dal 2013 in qua, introduce all’anno zero: e mentre c’è sempre un filo di umanissima malinconia che s’avverte andando a frugare tra i ricordi, i K2, il «tiraggiro» e un Ciro belga-partenopeo, un altro Napoli sta per prendere forma, a immagine e somiglianza d’un ciclo nuovo, impregnato di spessore e mica solo di suggestioni. Keylor Navas si è sbilanciato, l’ha fatto direttamente con Giuntoli, perché non c’è un minuto da perdere e il Mondiale, a pensarci bene, è più vicino di quanto sembri: la panchina arrugginisce, toglie energia anche mentale, va evitata ma poi ci sono i legami contrattuali, le prospettive e quel che si può immaginare. Keylor Navas ha comunque le chiavi di porta di Castel Volturno, le ha virtualmente prese, aspettando anche Psg e Napoli si mettano d’accordo su chi dovrà pagare quanto: la cifra, nove milioni netti per due stagioni, è fuori dalla portata del budget di Adl (ma anche di mezzo mondo) e dunque andranno ripartite le quote. Però un passo in avanti c’è stato e Giuntoli, che è rientrato dalla Francia, ha portato con sé almeno una promessa. 

Napoli, Simeone e poi Navas

Il sorriso largo, l’occhio vispo, un pizzico di stupore per essere riuscito ad atterrare nella «casa dei sogni»: Giovanni el «Cholito» Simeone s’è guardato intorno, ha annusato l’aria ed avvertito qualcosa di familiare nella sua prima serata napoletana, iniziata approdando a Castel Volturno intorno alle 17.30, proseguita andandosi a prendere un po’ di panorama, dopo essere passato dal «Maradona» e conclusa metabolizzando le indicazioni che gli sono arrivate da Spalletti. Napoli è stata la sua scelta di vita, un desiderio forte (folle») che l’ha indotto ad aspettare ad oltranza che si realizzassero le condizioni giuste per andare proprio lì, nella terra di Diego. Il destino ci ha messo del suo, domani Verona-Napoli la vivrà vestendosi d’azzurro, come da copione largamente annunciato. 

Raspadori e la frase di Carnevali

Ma c’è tanto altro in quell’orizzonte che fino al 1 settembre lascerà che il pallone resti talvolta all’ombra del mercato: il Napoli vuole, fortissimamente vuole, Giacomo Raspadori e la frase di Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, («può essere che non si concluda nulla») non ha gelato l’entusiasmo. I 33 milioni offerti possono diventare trentacinque, con bonus agevoli o anche no, ma al resto potrà (potrebbe) provvedere il centravanti, che l’ha detto in tutte le lingue del mondo: «Voglio il Napoli». Qualcosa del genere ha sussurrato pure Ndombele (25), che guadagna 10 milioni, parecchio dei quali resterebbero nelle competenze del Tottenham: non è semplice, perché bisognerà innanzitutto aspettare che il Psg si presenti seriamente con i 25 milioni per Fabian, e non è un caso che il Napoli abbia provato a capire cosa stia accadendo a Torino con Sasa Lukic (26), un palleggiatore con i fiocchi, proprio quello che cerca Spalletti.


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