Dopo aver dimenticato Koulibaly, e adesso sembra sia stato tutto tremendamente facile, bisogna fare in modo che all’ombra di Kim Min-Jae non restino rimpianti e quel senso doloroso di un distacco che può far (anche) paura: succede spesso così quando se ne va un amico con cui si è condiviso un tempo, anche breve, in cui dentro è stata infilata la Storia. Ma è passato appena un anno e quella rivoluzione è servita da lezione: partirono il K2, con lui anche Insigne e Mertens, volendo anche Ospina e Fabian Ruiz, di certo Ghoulam, verso il quale Napoli non ha mai smesso di nutrire riconoscenza e affetto per tutte le angherie riservategli dal destino.
Napoli, si cerca l'erede di Kim
E quando quella squadra sembrava essere stata smontata come un giocattolino, portando via speranze di grandezza, senza che ci fosse piena consapevolezza, stava nascendo un autentico capolavoro chiamato semplicemente scudetto. Ora non è semplice trovare un uomo fatto e finito che metta assieme la leadership di Kim, la sua fisicità, e che sparga in campo quel rendimento che ne ha fatto il miglior difensore della serie A: però il Napoli si è messo al lavoro da un bel po’, ha lasciato che Maurizio Micheli e Leonoardo Mantovani, l’area scouting che trasmette da un decennio e anche di più certezze colme anche di autorevolezza, dessero un’occhiata ai propri appunti, leggessero gli algoritmi e tutto ciò che conservano del proprio lavoro, e poi procedessero.
Napoli, Le Normand prima scelta
In cima alla lista dei desideri, ovvio, ci sta Robin Le Normand (27 a novembre), un metro e ottantasette centimetri rassicuranti, una forza della natura pure lui, uno dei pilastri della Real Sociedad che però viaggia infagottato in una clausola: ci vorrebbero una cinquantina di milioni di euro, i soldi incassati da Kim, ma la filosofia del club non è questa. E quindi: se non esisteranno margini di trattativa, Le Normand resterà una gran bel sogno di mezza estate, che intanto va cullato.
Le alternative in difesa, da Konaté a Kilman
Il Napoli ha fatto la radiografia a centrali difensivi di mezzo mondo, in passato ha messo assieme relazioni sufficienti per avere un quadro complessivo delle operazioni da affrontare: Ibrahima Konaté (24) al Liverpool ha giocato non tantissimo ma spendere ad Anfield non è mica semplice e pure gli ingaggi da quelle parti sono notevoli. Però nel listone il francese ci sta, al fianco di Max Kilman (26) del Wolverhampton, un metro e novantatré dominanti non solo sui palloni alti, un inglese di origini ucraine che piaceva tanto a Giuntoli. Ma il tempo è un galantuomo, consente di procedere con calma, di sondare, capire se Robin Koch (26) tedesco del Leeds è avvicinabile: in Gran Bretagna, si sa, sono di manica larga e le oscillazioni dei prezzi fanno venire l’orticaria a chi deve rigorosamente tenere d’occhio il bilancio, per non sforare e continuare ad essere virtuoso.
Ipotesi Itakura
C’è comunque una disponibilità ad investire come in passato, il Napoli non si è mai negato spese (cercando di evitare quelle folli), e recentemente ha acquisito anche il desiderio di lanciarsi sul mercato giapponese: sarà per questo che Ko Itakura (26) del Borussia M'gladbach s’è trasformato in tormentone, o anche no. Perché il fisico è quello giusto e pure l’esperienza internazionale ha un valore assolutamente apprezzabile.