NAPOLI - Dev’essere pur da qualche parte un regista che possa calarsi - nel caso - nel ruolo di Lobotka, cercando di non farlo rimpiangere, perché poi va spesso a finire così: era diventato una sorta di meme, un tempo, ebbe pure problemi fisici, finì per diventare un po’ rotondo, gli diedero del gordo o del chiattone, e non è mai troppo bello sentirselo dire, e invece, semplicemente, non c’era feeling con il suo allenatore di quel periodo. Succede e a Gattuso capitò di scegliere altro: puntava su Demme che, scherzi del destino, poi è finito per «diventare» Lobotka, un dimenticato, e adesso sta ai margini, aspetta che scada il suo contratto per rifarsi una vita. Un po’ come Zielinski che ha un talento talmente enorme da potersi permettere qualsiasi evoluzione: Ancelotti, tanto per citarne uno qualsiasi (si fa per dire) ci aveva fatto un pensierino, sistemarlo alla Pirlo, poi andò a finire com’è noto. Neanche Zielinski si può, nella più paradossale gestione del post-scudetto s’è dissolto quest’altro amore e pure la possibilità di industriarsi eventualmente su un’ipotesi nuova, insospettabile. Perché da quattro anni esatti da quel mercato, gennaio 2020, al Napoli non è mai servito arricchire il proprio data-base su informazioni mirate che riguardassero un play: di Lobotka, l’ex gordo o chiattone come inelegantemente l’universo social s’era divertito a trovare etichette, Spalletti ne ha fatto un genio, lo ha rilanciato, e in che modo, nel Napoli dello scudetto.
Napoli, idee Schouten e Timber
Che poi si fa in fretta a dire play, perché là in mezzo ognuno ci gioca con le proprie caratteristiche e la personalissima natura, c’è chi si abbassa, chi sposta il baricentro in avanti, chi gioca corto e chi lungo, chi vede dove altri non possano lo sguardo, chi scova angoli di passaggio, chi preferisce andare esterno o verticale. Il Napoli, da quando Giuntoli ha preso Lobotka e Demme assieme, non ha mai sentito la necessità, sarebbe stato inutile, di rivolgersi ad un regista: ma a giugno, maledizione, potrebbe capitare di essere costretto ad intrufolarsi in un universo così ampio. Un centrale - che poi è più mediano ma che volendo può anche divenire riferimento e ispirazione - finito nella short list del passato più recente è Jerdy Schouten, olandese (27) che conosce l’Italia per aver frequentato a lungo (quattro anni) e bene (96 presenze) il Bologna: il Napoli l’ha seguito, gli sarebbe servito per «altro», però nel «file» che lo riguarda c’è scritto che ha ampiezza di repertorio. Da Castel Volturno partono spesso per l’Olanda, patria del 4-3-3, o meglio: si sintonizzano, ormai cosi si fa sistematicamente, sull’Eredivisie, che appassiona, e tra i club maggiormente seguiti, oltre al Psv, c’è il Feyenoord, la casa di Quinten Timber (23 a giugno), centrocampista che sa inventarsi varie interpretazioni, che ha un costo neanche così ragionevole (una ventina di milioni di euro) ma anche una scuola che faciliterebbe ogni inserimento.
Napoli, cercasi difensore e nuovo Zielinski
E però queste sono le preoccupazioni successive, perché prima bisogna andare ad occupare una serie di vuoti già vistosi: manca sempre un centrale difensivo e una vocina primaverile sussurra che Serxhio Mezi, il manager di Ardjan Ismajli dell’Empoli, abbia avuto contatti diretti con Castel Volturno per chiudere l’affare. Ma poi andrà anche inseguito il sostituto di Zielinski, qualcuno che non lo faccia rimpiangere: un Goretzka (29), un Sudakov (21), un uomo in più.