NAPOLI - La domanda ricorrente dagli spalti, a distanza notevole dal campo, era la seguente: «Ma si è fatto male?». La risposta l’ha fornita la sua camminata fluida ma contrariata. La partita di Hamed Junior Traore contro la Roma è durata appena diciannove minuti. Talmente pochi da far sorgere ai tifosi il sospetto che ci fosse un infortunio di mezzo. Ma Traore stava bene. Calzona l’ha richiamato solo per scelta tecnica: «Non aveva fisicità, volevo aggiungere un difensore e contrastare la forza della Roma sulle palle inattive». Traore non l’ha presa bene. Prima del calcio d’angolo si era già posizionato in area, incredulo ha guardato la lavagnetta, è uscito avvilito, raggiunta la panchina ha chiesto spiegazioni a Calzona prima di andare negli spogliatoi.
Napoli, Traore dentro fuori
Traore, alla quarta panchina di fila, era entrato al 24’ del secondo tempo al posto di Cajuste. L’ultima presenza quasi un mese fa. Era il 30 marzo, appena un tempo contro l’Atalanta prima di uscire dal campo e dalla stagione. Calzona aveva giustificato la sua assenza nelle ultime uscite per un problema «legato ad una vite che gli dava fastidio nel posto dove si era operato». La sostituzione per Cajuste aveva messo fine alla sua lunga attesa. Ma la beffa collettiva era dietro un angolo (per la Roma): Traore ha fatto spazio ad Ostigard proprio prima dell’angolo da cui è nato il pari di Abraham.
Traore, addio al Napoli
L’ivoriano, anni 24, arrivato a gennaio in prestito, ha pagato difficoltà di gruppo e le scorie della malaria e di un lungo periodo di inattività. Dopo qualche prova convincente, come a Sassuolo o contro la Juve, Traore - che la società aveva preferito a Zielinski in lista Uefa per la doppia sfida al Barcellona - si è limitato al compitino, fortificando nella società una scelta ormai fatta: a fine stagione sarà addio. Troppi i 25 milioni necessari per acquistarlo. Traore tornerà in Premier League al Bournemouth. Ad oggi 9 presenze, 2 gialli, 457 minuti: esperienza fugace, la sua, a Napoli. Come l’ultima domenica.