NAPOLI - Le questioni del capitano e di Kvara. E poi quella di Frank Zambo Anguissa: un altro incedibile. Un altro degli intoccabili da film di Antonio Conte, del suo Napoli che sta nascendo e rinascendo dalle ceneri dello scudetto e di una stagione che ha seminato delusione e confusione. Totale. Ma ora c’è Conte, ci sarà molto presto anche ufficialmente, e l’indirizzo e la linea sono esattamente quelli degli ultimi giorni: una serie di giocatori non sono in vendita, sono blindati, sono considerati centrali per il progetto che il nuovo allenatore ha già inaugurato in borghese, insieme con De Laurentiis e il ds Manna, in attesa degli annunci. È un segnale, questo: è la dimostrazione di quanto il signor Antonio sia dentro il mondo azzurro con lo spirito e la leadership di sempre.
Anguissa è incedibile. E gli altri...
Dicevamo: il canto delle sirene arabe dell’Al-Nassr di Cristiano ha avvolto - e a tratti travolto - il finale di campionato di Anguissa. Un totem della stagione del trionfo, un simbolo di quella conclusa senza coppe, al decimo posto: Frank è stato la controfigura del centrocampista meraviglioso dell’annata scudetto, il gemello bruttino e svampito del giocatore totale che straripava e dominava. Sì. Ma Conte sa perfettamente che certe storie splendide possono prendere pieghe un po’ così, salvo poi tornare da copertina: e lui, Anguissa, sarà esattamente in cima al centrocampo che verrà. Insieme con Stanislav Lobotka, certo, il faro, un altro che al tecnico piace un bel po’. Dopo l’Europeo, il Napoli riscoprirà anche Michael Folorunsho, vero protagonista della salvezza del Verona che Spalletti ha premiato con la convocazione in Nazionale. In ritiro, poi, sarà valutata la posizione di Jens Cajuste, uno degli acquisti di un’estate fa, uno dei giocatori più opachi della stagione al netto di un impegno indiscutibile.
Napoli, l'idea Hojbjerg
Nella lista del ds Manna, però, c’è da tempo un uomo che Conte conosce profondamente per averlo allenato al Tottenham: Pierre-Emile Hojbjerg, 28 anni, danese, già nel mirino del club azzurro a gennaio e anche della Juve ai tempi dello stesso Manna. Una tripla convergenza di gradimento, insomma, fermo restando costi, circostanze e affollamento della rosa: la squadra, tutto sommato, farà soltanto campionato e Coppa Italia nella prossima stagione e dunque gli acquisti saranno mirati. E gireranno intorno ai famosi intoccabili di cui sopra: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Lobotka, Anguissa, Politano, Kvaratskhelia, Raspadori sono i primi nomi di un elenco che gradualmente, test alla mano e campo sotto i piedi, Conte potrebbe arricchire. Esiste un solo credo: il lavoro.
I nomi per l'attacco
A proposito di Kvara: dopo aver lavorato come guida turistica - si fa per ridere - per il suo amico e compagno di nazionale Davitashvili, in visita a Napoli insieme con la sua signora, Khvicha ha cominciato la preparazione con la Georgia verso l’Europeo. Al rinnovo ci pensano il ds Manna e il suo agente Mamuka Jugeli. Restando ancora nei pressi dell’attacco, e in attesa di offerte congrue per Osimhen, il club sfoglia il libro delle idee o delle tentazioni: Romelu Lukaku, appena rientrato al Chelsea dopo un anno alla Roma ma in uscita (clausola da 37,5 milioni di sterline, circa 44 milioni di euro), con cui Conte ha un rapporto diretto fatto di contatti e vecchia stima; Viktor Gyökeres, valanghe di gol con lo Sporting Lisbona e una clausola da 100 milioni di euro. Lo svedese, capocannoniere dell’ultima Primeira con 29 reti, 43 complessive in 50 partite, piace molto al signor Conte ma ha costi proibitivi al momento. In lista, e in cima, anche Dovbyk del Girona e Guirassy dello Stoccarda. Poi Strand Larsen del Celta Vigo e Lucca, soluzione italiana nel caso di cessione di Simeone, che l’Udinese riscatterà dal Pisa.