Basta sgranare gli occhi e non notare alcuna differenza. Come fosse unica, sempre la stessa, la maglia che Mathias Olivera indossa da diversi anni: dagli azulones del Getafe all’azzurro del Napoli, passando per la Celeste del suo Uruguay. Sfumature di colori per un giocatore che sorprende, che corre da una parte all’altra del mondo e poi va subito in campo senza avvertire l’affanno e il peso di un viaggio infinito. È successo nell’ultimo fine settimana, dopo la sosta per le nazionali. Olivera torna giovedì mattina, potrebbe riposare di pomeriggio ma si allena subito e domenica va in campo e domina contro la Roma senza accusare la fatica, il fuso orario, la stanchezza che pure sarebbe stata comprensibile poiché umana.
Napoli, l'impatto di Olivera
Olivera è tra le rivelazioni di questa stagione. Le sue qualità non sono mai state in dubbio, ma la sua trasformazione tattica ora sembra completa. Il featuring a distanza tra Conte e Bielsa ha regalato al Napoli un giocatore totale, un difensore che fa l’esterno oppure un terzino che fa il centrale, due giocatori in uno o forse tre ricordando l’avvio da esterno puro a centrocampo nel primo Napoli di Conte che fu. Sorprende di Olivera la freschezza atletica, la disponibilità al lavoro e al sacrificio. È un generoso prestato alla corsia mancina. Un insostituibile per Conte. Gioca sempre: è il settimo giocatore più utilizzato della rosa. Ha una personalissima capacità di interpretare il ruolo di esterno a sinistra. Lo ha elaborato e fatto suo, oggi è padrone di quella fascia, per Conte è una sorta di soldatino, un fedelissimo di supporto ai centrali, ai mediani, a chiunque avesse bisogno di un sostegno. Olivera corre tanto e bene, oltre la metà campo si limita all’essenziale, ricopre con gusto la fase difensiva. A San Siro contro il Milan con una diagonale evitò un gol che sembrava fatto. Sono piccoli dettagli che fanno la differenza. C’è l’impegno, la costanza, la qualità e anche la crescita. Questo Olivera non è quello che arrivò nell’estate antipasto scudetto con Kim e Kvaratskhelia. Era il 2022.
Progressi e rinnovo
L’uruguagio, anni 27 compiuti da un mese, è un giocatore diverso. È più maturo. È completo. Forgiato dal tempo. Sa fare tante cose. Nel Napoli brilla da terzino difensivo, in nazionale fa il centrale puro, a sinistra nei due, una felice intuizione di Bielsa con risultati incoraggianti. In patria lo hanno elogiato per la prova super contro il Brasile. Non è più un giocatore che si adatta, ormai. È un difensore a tutti gli effetti che propone al ruolo il suo ampio menù: rapidità, concentrazione, forza fisica ma anche qualità per impostare e uscire da dietro col suo mancino. Sono ingredienti che Conte conosce bene. D’altronde in estate si era parlato per lui di un possibile utilizzo anche come centrale a sinistra nell’ipotetica difesa a tre oltre al classico ruolo di esterno. Il campo ha detto altro ma la duttilità resta. Olivera convince e il Napoli lavora al suo rinnovo di contratto. Quello attuale scade nel 2027. Dialoghi in corso tra le parti per l’intesa. Olivera ha conquistato la stima del club nel corso di questi anni. L’arrivo di Conte ha ampliato i confini del suo calcio. Sembrano perfetti insieme. Richieste e risposte sono sincronizzate. Il Napoli ringrazia.