Roma, via Matic: giorni decisivi per Paredes e Sanches

Nemanja lascia la Capitale per motivi personali e si trasferisce al Rennes. Leandro ha rifiutato il Galatasaray e aspetta i giallorossi
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Chissà se Nemanja Matic lasciando Trigoria per l’ultima volta avrà pensato alle parole dette a Dybala dopo la sconfitta in finale di Europa League. «That’s football». Una frase che - ripresa dalle tv - ha fatto il giro dei socialcon le condivisioni dei tifosi romanisti che lo avevano identificato come vero leader della squadra. Settantaquattro giorni dopo, Matic saluta la Roma in un modo totalmente inaspettato, un fulmine a ciel sereno per i tifosi e una doccia gelata per la Roma che non aveva fatto i conti la sua sostituzione fino a dieci giorni fa. Il centrocampista ieri sera è partito per Rennes, per cominciare la sua nuova (e ultima) avventura da calciatore. La Roma, spiazzata dalla volontà di Matic, aveva inizialmente chiesto 8 milioni di euro al club francese. Un dettaglio da sottolineare: Pinto e la società sono irritati dal comportamento del Rennes che prima ha trattato col giocatore e poi ha telefonato alla Roma. Così i giallorossi inizialmente si sono messi di traverso per la cessione del centrocampista, ieri invece la trattativa si è chiusa a 3 milioni, bonus compresi. Quei soldi che permetteranno al club di coprire la perdita dei benefici del decreto crescita. Matic invece avrà un biennale che coprirà lo stipendio che avrebbe percepito in questo ultimo anno alla Roma.  

Matic saluta la Roma: i motivi

I motivi personali hanno avuto la meglio anche sulla decisione di restare alla Roma. La spinta della famiglia alla cessione, la volontà di cambiare aria e ricominciare per il bene del Matic uomo e non giocatore. Nemanja se ne va non per motivi economici ma soprattutto personali e la sua decisione definitiva è maturata il 31 luglio, il giorno prima del suo compleanno trascorso con la Roma in Algarve. Fino a quel momento il serbo era di ottimo umore: era l’uomo social insieme a Dybala del ritiro portoghese, pubblicava foto della squadra in barca, identificava il gruppo come una vera e propria famiglia. Il 31 luglio non ha preso parte alla cena di squadra ad Albufeira, l’1 agosto ha festeggiato in solitaria il compleanno e il 2 ha dato forfait nell’amichevole contro il Farense. Ufficialmente per un fastidio muscolare, tant’è che il giocatore era stato sottoposto anche a un controllo medico. Da quel giorno Nemanja non si è più allenato e si è allontanato sempre di più dal gruppo. E da Mourinho che si è sentito tradito da un suo uomo. Dal leader che un anno fa aveva voluto a Trigoria e a cui aveva dato fiducia dandogli una seconda vita calcistica. Il professore lo chiamavano i tifosi. Adesso il traditore. Simbolo di una parte dello spogliatoio, quella non italiana: Dybala in primis, con cui aveva stretto un legame fortissimo. Ma anche Ibanez, Svilar (con cui condivide l’agente), Smalling e Rui Patricio. Con qualcuno in squadra è calato il gelo, qualcun altro non ha gradito (eufemismo) il suo atteggiamento e glielo ha fatto presente. Poi il braccio di ferro con la Roma per partire e un addio che ha deluso tutti.

Roma, Paredes e Sanches pronti

Adesso la Roma con pochi centrocampisti (a proposito, ieri grande esordio di Tahirovic con l’Ajax: assist nella prima gara di Eredivisie contro l’Heracles) vuole concentrarsi sul suo sostituto: Leandro Paredes. Che scalpita e non vede l’ora di sbarcare nella Capitale tanto da aver informato la Roma di essere pronto a ridursi l’ingaggio pur di tornare. Il club giallorosso sta trattando con il Paris Saint Germain (ma non è l’unico nome) con cui è in ballo anche la cessione di Sanches: Pinto lo vorrebbe in prestito con diritto di riscatto (l’argentino dovrebbe prima rinnovare con i francesi), ma la sensazione è che alla fine le due società potrebbero accordarsi per un trasferimento a titolo definitivo intorno ai 5-6 milioni di euro. Già oggi i due club potranno cercare di chiudere il doppio affare. A Paredes un contratto da circa 4,5 milioni (più bonus) per un ingaggio al lordo favorito dal decreto crescita. Leo vuole la Roma, vuole trasferirsi in giallorosso per giocare con Dybala, suo grande amico. Poi c’è il fattore Mou, e non è mica poco.


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